Carlos Alcaraz avrà anche battuto Jannik Sinner agli US Open, ma il vero vincitore è lo sponsor: Rolex. Il brand per eccellenza di orologeria di lusso, soprattutto negli ultimi anni, ha deciso infatti di puntare tutto sul tennis, probabilmente anche grazie al grande ritorno di popolarità dello sport dovuto ai grandi campioni, da Federer fino a Sinner e Alcaraz. Il rapporto tra orologi e racchette è di lunga data, in realtà: come si legge dal sito ufficiale di Rolex, “risale al 1978, quando il Marchio fu scelto come partner del torneo di Wimbledon, in un periodo in cui il tennis stava vivendo una significativa trasformazione. Da allora, il Marchio Rolex è diventato Orologio Ufficiale dell’Association of Tennis Professionals (ATP) e della Women’s Tennis Association (WTA)”. E non si tratta soltanto di mettere qualche tabellone pubblicitario ai tornei.

Quello di Rolex è un vero strapotere commerciale nel mondo del tennis. Dopo aver abbandonato la Formula 1 nel 2024, di cui era sponsor ufficiale, il brand ha giocato tutte le sue risorse di marketing sui campioni della racchetta. Altro che gomito del tennista, qui conta il polso: sul sito ufficiale della casa svizzera ci sono schede celebrative su Sinner, Alcaraz, Swiatek, Federer e poi ancora. A Jannik, personaggio simbolo degli ultimi anni, è stato dedicato anche un documentario dal titolo The return, pubblicato e visibile sul canale YouTube di Rolex. Poi, i casi collaterali di marketing furbetto, come l'intervista-marchetta rilasciata al Corriere, al quale aveva fatto seguito anche una rimostranza del cdr del giornale milanese in cui si parlava di pubblicità mascherata. Oppure, gli orologi che compaiono anche negli altri spot dove il protagonista è Sinner, come quello di Fastweb.

Rolex vince anche quando Sinner perde, ma c'è qualcuno che è addirittura più forte di entrambi: Donald Trump. Qualcuno lo ha fischiato, qualcuno lo ha acclamato. Non si capisce, dalla smorfia finale, se tifasse o meno per Jannik, ma c'è stato un dettaglio non indifferente che ha sollevato polemiche, soprattutto in Svizzera. Il motivo è che il presidente americano, durante la finale, è stato ospite della lounge di Rolex. Il problema è che lo stesso Trump ha imposto dazi alla Svizzera, così come agli altri stati europei, un pesante 39% che danneggia anche la stessa azienda elvetica di orologeria che lo ha ospitato. E non solo, Donald ha visto la partita insieme allo stesso Jean-Frédéric Dufour, presidente di Rolex. Chissà che Sinner e Alcaraz non siano stati un'occasione per discutere delle politiche commerciali. Probabilmente sì, però bisogna dire che l’invito a Trump era stato ufficializzato prima dell’annuncio sui dazi, e che quindi la sua ospitata è stata in qualche modo come avere un nemico in casa.

