Sì, no, forse, poi di nuovo sì, anzi sicuramente, infine no, ufficialmente no. Milan-Como a Perth, in Australia, non s’ha da fare. Ora il dietrofront è arrivato davvero. Lo ha detto la Lega Calcio Serie A in una comunicazione firmata insieme al governo dell’Australia Occidentale: “I piani per ospitare a Perth la prima partita di un campionato europeo mai giocata fuori dai confini nazionali sono stati annullati di comune accordo. Le parti hanno preso questa decisione a causa dei rischi finanziari che non è stato possibile contenere, delle condizioni di approvazione onerose e delle complicazioni dell'ultimo minuto al di fuori del loro controllo. Le onerose condizioni aggiuntive imposte dalla Confederazione Asiatica di Calcio (Afc) per autorizzare il match non potevano essere soddisfatte senza rischi finanziari per il governo della Western Australia e per la Lega Calcio Serie A”. Queste “complicazioni dell’ultimo minuto” devono esser state piuttosto gravi, dato che solo pochi giorni fa, dall’Arabia Saudita, il presidente della Lega Ezio Simonelli aveva detto che praticamente la cosa era fatta: “Avevamo una serie di dubbi sulle condizioni poste per giocare la partita a Perth, ma Collina ci ha dato garanzie sugli arbitri asiatici”. Era un problema di arbitri, dunque? Visto l’attuale scenario in materia arbitrale nel nostro campionato è difficile dare lezioni. Ma evidentemente non era quello il nodo. “A fronte di un’escalation di ulteriori e inaccettabili richieste sopraggiunte nelle ultime ore da parte dell’Afc nei confronti della Federazione australiana e di conseguenza del Governo della Western Australia e della Lega Calcio Serie A, è diventato impossibile disputare la partita a Perth”, ha detto ancora Simonelli dopo la diffusione della notizia. Un secondo prima scaramucce, poi “inaccettabili richieste”. Quel termine da scenario di guerra è adeguato: un’escalation verso la figuraccia.
Immediati gli sfottò partiti sui social. Lele Adani ha postato una storia che riporta la notizia e un emoji del circo. Marco Mazzocchi, tra i giornalisti più critici nei confronti della proposta della Lega, ha fatto un video intitolato “Storia di una figuraccia annunciata” per spiegare come la sconfitta fosse inevitabile, sia che quella partita si fosse giocata davvero a Perth, sia ora che quella gara è ufficialmente annullata. “Sconfitta clamorosa per il calcio italiano”, dice Mazzocchi, “conseguenze?”. Nulla. Tradotto: qualcuno ai vertici del calcio italiano non dovrebbe prendersi le responsabilità dell’accaduto?
Pure Marco “Pacio” Pacini ha parlato sui social. L’annullamento della partita è “un’altra occasione persa (l’ennesima) per fare soldi sulla pelle dei tifosi”. Il capo ultrà del Milan, così come la curva Sud e le altre tifoserie delle squadre impegnate in Supercoppa, avevano già fatto sapere che a Riyadh non ci sarebbero stati. Ma anche la trasferta australiana era mal vista dal mondo ultrà italiano. Sia i fan del Como che i milanisti avevano le idee chiare in merito: quella partita a Perth non va giocata. Lo hanno ribadito anche i Banditi della curva Sud, sempre via social, attaccando le società, Simonelli e Luigi De Siervo. Persino Massimiliano Allegri aveva esposto le sue perplessità. Colpa del tifo organizzato, dei tifosi incapaci di vedere il “grande disegno” del calcio italiano o della pirateria? Chissà stavolta dove si nascondono i colpevoli.