Cinquantaduesima puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Stavolta sotto la lente di ingrandimento il racconto di Amanda Lear della sua storia con Dalì, la partita a poker tra Pupo e Francesco Totti, i battibecchi tra Cristiano Malgioglio e Loretta Goggi, il patrimonio di Matteo Messina Denaro e… con “Torna a casa Alessi” il mondo dello spettacolo non ha più segreti.
UP
Kevin Spacey: Talento, dipendenza da sesso e premi all’italiana e ostracismo internazionale
L’attore americano, considerato da moltissimi critici, l’attore più bravo del mondo (Al Pacino e Robert De Niro si diano pace) sia già passato indenne in tre processi per molestie tutti finiti in niente contro le accuse di aver cercato di sedurre giovani colleghi (alcuni per la verità giovanissimi). Un tempo, quando eri adolescente e qualcuno ci provava, t’alzavi dalla sedia, e quasi sempre scoppiavi a ridere, ovviamente se dall’altra parte c’era un omosessuale abbastanza intelligente da capire quando era il caso di mollare il colpo. Qualcuno ha accusato che il signore non mollava. Vedremo come andranno a finire gli altri processi (se ce ne sono ancora) in corso. Intanto mentre il mondo lo ha congelato rinunciando al suo talento immenso, l’Italia se ne frega e mentre a Roma era stato invitato per una pièce teatrale, a Torino gli hanno addirittura consegnato un premio, attribuito all'attore tra mille polemiche. Premio dato dal Museo del Cinema di Torino, presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano, e al cinema Massimo (con il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che nel pomeriggio gli aveva consegnato il premio del Museo) Spacey ha presentato il suo film American Beauty: «Se guardate bene il manifesto del film leggerete due parole, "Look closer". Ecco io vi auguro, nella vita, di guardare più da vicino, voi stessi e la realtà che vi circonda». Cosa voleva dire l’ho capito bene, ma non benissimo. Poi ha aggiunto: «Sono grato al Museo del Cinema che ha avuto le palle di invitarmi qui per questo premio». Indubbiamente una scelta coraggiosa, in un mondo che prima condanna e poi indaga l’Up è tutto per chi ha deciso di dare e consegnare quel premio. D’altra parte che cosa si deve fare? Non farlo più lavorare finché non si arrivi a una sentenza definitiva tra una decina d’anni? Se sì, ditecelo.
DOWN
Matteo Messina Denaro: Sangue, miliardi e particolari da sito porno
Leggendo le cronache da La Stampa a Libero scopro che Matteo Messina Denaro era forse il secondo o terzo uomo più ricco della Sicilia: hanno stimato al 2020 un tesoro pari ad oltre 4 miliardi di euro in una provincia, quella di Trapani, dove la media dei redditi è tra le più basse d’Italia. Fate conto che Silvio Berlusconi è valutato 6,4 miliardi di euro. Si parla di aziende, conti correnti, beni mobili e immobili sequestrati e confiscati in seguito alle attività investigative grazie a prestanomi, gregari, imprenditori, persone a vario titolo riconducibili a Matteo Messina Denaro. Nelle cronache scopro anche che nell’appartamento di Campobello di Mazara (poco più di 10 mila abitanti, a due passi dal supermercato della zona dove «nessuno sapeva»), in provincia di Trapani, nel corso della perquisizione gli inquirenti hanno rinvenuto anche pillole di Viagra, e profilattici (chissà chi erano le sue amanti). Leggo anche che Matteo Messina Denaro in passato era un playboy impenitente e amante delle belle donne, «sarebbe stato anche coinvolto in festini hard organizzati a Palermo da signore di una certa età dell'alta borghesia con studenti universitari», che gli piacessero le tardone? Roba da film porno. Se non fosse che quest’uomo è accusato, credo, di aver provocato centinaia di lutti a povera gente (compresi poliziotti, vigili del fuoco, donne, perfino bambini e poveretti senza casa), certi particolari sembrerebbero usciti da un libro pruriginoso. In carcere ne avrà da raccontare. Per ora tace.
UP
Amanda Lear: Il segreto di un rapporto duraturo? Mai calare la mutanda
Amanda Lear mi raccontava che con Dalì, il grande pittore, di sesso proprio non se ne parlava nonostante abbia in pratica vissuto con lui 12 anni. Al massimo lei stava nuda da una parte della stanza e all’angolo opposto lui cercava di compiacersi da solo. Oggi è tornata sull’argomento in un articolo per Tuttolibro dove dice: «La passione erotica è un potente strumento per unire le menti oltre ai corpi. Ma dura poco. Due anni? Tre anni? Magari anche meno». Pensare che certi matrimoni implodono proprio per mancanza di passione. Poi parlando di Dalì (fortunatamente morto da decenni) aggiunge: «Dalí era impotente. Sublimava il desiderio sessuale nell'arte. La relazione con lui era esclusivamente cerebrale. Se fossi andata a letto con lui sarebbe finita dopo qualche settimana». E ci credo: sai che divertimento, se no.
DOWN
Cristiano Malgioglio: Odio tra i giurati di Tale e quale show? Sembra di essere a Ballando con le stelle
Si è tanto detto male dei rapporti velenosi tra i giurati di Milly Carlucci a Ballando con le stelle, ma non è che il suo collega Carlo Conti sia messo meglio con i suoi di Tale quale show. In una puntata Cristiano Malgioglio, parlando di Michele Bravi (nel nome l’uomo), ha citato incautamente Maria De Filippi, e subito la mitica Loretta Goggi dall’alto della sua carriera immensa, l’ha fulminato con la sua voce suadente: «Se non parli di Maria ti senti male». Della serie: non ti faccio passare neanche il fumo della minestra e ti cazzio. Povero Malgi, lui non riesce ad essere davvero cattivo quando gli piacerebbe tanto era una vipera imperiale (non ha proprio i tempi per le staffilate). Malgi ha pure balbettato, come un bambino. Loretta, adatta anche alla carriera diplomatica, ha recuperato velocemente con un «Comunque lei è una grandissima». Grazie, ora lo sappiamo anche noi.
UP
Moana Pozzi: A lei il sesso piaceva Davvero. I vip? Tutti appena sufficienti. Ma a Tardelli pieni voti
Moana Pozzi, che ho conosciuto bene, rivive a teatro nella pièce di Ruggero Cappuccio, Il settimo senso (il 19 gennaio era al Teatro Parioli di Roma, con regia di Nadia Baldi e spero continuino). Era morta una trentina anni fa. Protagonista sulla scena Euridice Axen, 42 anni, che racconta così Moana: «Ha dedicato la carriera al sesso, non la sua vita. La scissione fra donna e attrice mette a disagio il maschio che voleva immaginarsela femmina insaziabile. Lei era la Greta Garbo del porno. Poteva anche pensare alle parole crociate: era lavoro, ma lo faceva come nessun'altra». Errore, e non lo dico per dare un giudizio fine a sé stesso, ma solo perché è cronaca: a Moana il sesso piaceva davvero, ma le piaceva soprattutto esibirlo, parlarne, scriverne. E dava pure i voti. Ad Andrea Roncato aveva dato un sette. A Massimo Ciavarro solo sei perché non si era tolto le mutande (un sei è già tanto con un particolare tanto sfigato). Ma Massimo, mio amico, non si deve lamentare: era nella media dei suoi amanti. L’unico degno di nota? Marco Tardelli che aveva avuto un otto. Di certo moltissimi avrebbero voluto un’insufficienza e ripetere (con lei) l’intero anno.
DOWN
Kekko e i Modà: Il brano di Sanremo «Non convince al primo ascolto» e l’ex produttore li legna
Per superguidatv.it il brano per il prossimo Sanremo dei Modà di Kekko Silvestre (ragazzo adorabile) «non convince al primo ascolto»: voto sei, ma nell’elenco nessuno è insufficiente il che vuol dire che si sono tenuti aperti al “secondo” ascolto. Tocchiamo ferro per loro anche perché non si sono ancora spente le polemiche con il loro ex produttore, il presidente di RTL 102.5 Lorenzo Suraci che in pratica li ha resi famosi. Ha detto: «Tra noi e i Modà è finita male, purtroppo... Sono amareggiato: non c’è stata neanche una telefonata. Non so cosa sia successo. Però il successo può far montare la testa alle persone…». Kekko ha risposto: «Suraci può dire ciò che vuole. L’importante è che la gente che mi conosce creda alla mia versione. Mi ero ritrovato a lavorare su ordinazione: “Scrivi una canzone, scrivi un pezzo per quell’altro, fai un nuovo disco, poi un tour”. Quelli sono stati gli anni più belli ma non li rivivrei». Raccontata così non ci vedo nulla di alienante, si descrive un rapporto di lavoro: si lavora e si fatica, però aspetto con ansia la loro esibizione a Sanremo: andate e spaccate, io sono un fan della prima ora.
UP
Max Angioni: Dal ciao sofferto a Sordi che usciva un’ora prima per salutare bene i fans
Incontro il fantastico comico Max Angioni a Cologno Monzese, proprio fuori dagli studi, in corridoio, tra una Barbara d’Urso sorridente, e un’educatissima Belen. Essendo un suo fan sfegatato (fa davvero scompisciare dalle risate), lo saluto con grande entusiasmo insieme all’assistente Michele, ragazzo d’oro pure lui. «Ciao! Siamo tuoi fans, sei bravissimo!», dico sorridente. Lui allunga il passo, accenna la smorfia di un mezzo sorriso e risponde con un ciao sofferto (si vede che non aveva tempo da perdere). Forse sono solo lontani i tempi in cui Walter Chiari, che parlava da tre lingue, era famoso nel mondo e aveva avuto una storia anche con Lucia Bosè e con Ava Garner, firmava autografi senza fiatare e già che c’era pagava aperitivi a sconosciuti ammiratori, tempi in cui Alberto Sordi (conosciuto anche a Hollywood) usciva sempre un’ora prima di casa perché si sarebbe fermato con tutti quelli che volevano dargli la mano. «Che palle, sempre così?», gli chiedeva una brava giornalista con cui stava facendo un libro: «Mia cara, rassegnati, sarà sempre così perché quando non succederà più vorrà dire che io ho finito di lavorare e tu pure». Meditate gente, meditate.
DOWN
Pupo su Totti: Da quando la bontà e la generosità sono prerogativa dei ludopatici?
Pupo nel pieno di un’inchiesta con Francesco Totti nel mirino dell'Antiriciclaggio per bonifici ai casinò di Monte Carlo, Londra e Las Vegas Pupo, dice sui giornali a partire dal Quotidiano nazionale: «Ho giocato a poker con Francesco Totti una sola volta, in occasione di un torneo di solidarietà organizzato per raccogliere fondi in favore dei terremotati dell’Aquila, che andò in onda su La7, ricordo che, guardandolo negli occhi, mi accorsi subito che il gioco lo appassionava molto… Totti, secondo me, è una persona buona, sensibile e generosa, caratteristiche che, purtroppo, sono quasi sempre presenti nei soggetti affetti da ludopatia». Io adoro al sua sincerità, il suo piacere di dire, ideale per un giornalista come me, ma come amico mi chiedo se era il caso di dire queste cose in questo momento veramente delicato per Totti. Però, magari lo ha aiutato. Una sola domanda: da quando la bontà, la generosità e la sensibilità sono prerogativa dei giocatori d’azzardo ludopatici? Ne ho conosciuti alcuni che pur di giocare avrebbero venduto l’anima al diavolo.
UP
Dino Baggio: Dopo Mihjalovic, Vialli, investigare sulle sostanze che abbiamo preso
Dopo la dichiarazione del presidente della Lazio Claudio Lotito su Sinisa Mihajlovic e su Gianluca Vialli («Va capito cosa sta causando tutte queste malattie») anche l’ex calciatore della Juve, Inter, Parma e Lazio, Dino Baggio, ha parlato della morte di Vialli e del doping nel calcio a TV7. «Bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato». Che vuol dire, che si dopavano? Poi aggiunge e sembra meno grave: «Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male». E si sfoga e c’è da capirlo: «Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori». Dino Baggio, persona molto per bene e sincera, mi dicono, per queste dichiarazioni è stato molto criticato da qualcuno, che doveva fare tacere? Chi sa parli! Dino Baggio ha giocato con Vialli ai tempi della Juve, dal 1992 al 1994 e con la Nazionale. Ha vissuto e sa molto di allora: «Bisognerebbe risalire a quello che abbiamo preso in quei periodi… investigare un po’, sulle sostanze prese in quei periodi». E ripete: «Non so se sia dovuto a questo. C’è sempre stato il doping. Non si sono mai prese robe strane…». Ma rimane quel però e non è il silenzio a rendere tutto meno preoccupante. Nella speranza che certi interrogativi siano del tutto infondati, bravo Dino.