Ma quanto guadagnano, oltre allo stipendio da parlamentari, gli esponenti dei partiti italiani? In passato, Matteo Renzi era stato attenzionato, e criticato aspramente, per le consulenze in Arabia Saudita che avevano portato il suo reddito imponibile del 2023 a 3,2milioni di euro. Una bella cifra, ma che non lo rende ancora il più ricco tra coloro che siedono nell’emiciclo. Al primo posto, infatti, c’è l’editore del Giornale, di Libero e de Il Tempo e imprenditore nel settore sanitario Antonio Angelucci della Lega con 3,3milioni nel 2023. Ai vertici della classifica si segnalano anche Giulia Bongiorno, anche lei in quota Lega con 2,7milioni, Cristina Rosello di Forza Italia con 2milioni. C’è poi il caso particolare di Marta Fascina, che godrà dei 100milioni lasciati da Silvio Berlusconi, ma di cui ancora non è stato reso pubblico il reddito. Tra gli esponenti del governo, poi, si distingue il ministro della Giustizia Carlo Nordio con i suoi 260mila euro, lontano comunque dai nomi già citato, mentre il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo si ferma a 100mila. Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, rimane sui 103mila. E per quanto riguarda i leader, invece? Di Giuseppe Conte e Elly Schlein ancora non si conoscono le cifre, ma sono state invece diffuse quelle di Matteo Salvini e soprattutto di Giorgia Meloni. Il leader del Carroccio rimane in linea con l’anno precedente, 99mila euro, nell’attesa di vedere gli incassi del suo ultimo libro, Controvento. Ed è proprio grazie ai libri, pare, che la premier nell’anno fiscale 2023 ha incassato 459mila euro, in aumento rispetto ai 293mila del 2022. Uno scatto che, secondo lo staff interpellato dal Fatto Quotidiano, è frutto delle vendite di La versione di Giorgia, scritto insieme ad Alessandro Sallusti, e all’onda lunga del successo di Io sono Giorgia. Entrambi i libri sono stati pubblicati da Rizzoli.
Nella ricostruzione del Fatto, si ricordano anche i redditi dei magistrati in pensione: Simonetta Mattone (Lega) 351mila euro, mentre i due Cinque Stelle, Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, segnano 306mila e 305mila euro. E i parlamentari, leggiamo ancora nell’articolo, sarebbero grandi ristrutturatori, “specialità” in cui si distinguono Piero Fassino (5.493 euro di spese detratte e 1.282 per interventi di risparmio energetico), Bruno Tabacci, Giorgio Mulè, Paolo Emilio Russo e Antonio Giordano. In attesa degli altri capi di partito, rimane il grande balzo in avanti di Giorgia Meloni. E in pochi avrebbero detto che la ricchezza passa ancora dai libri.