Anche Report ha realizzato una puntata su quanto sta succedendo tra le tifoserie di San Siro. L’inchiesta Doppia Curva della Procura di Milano ha azzerato i gruppi ultras di Milan e Inter, lo sappiamo. E Daniele Autieri di Rai 3 ha ripercorso le tappe fondamentali di questa vicenda. Si comincia con il reclutamento di Antonio Bellocco, avvenuto grazie ai contatti di Marco Ferdico e all’aiuto di Andrea Beretta. I capi ultras, infatti, forniscono al giovane calabrese un alloggio e un fittizio lavoro. Quanto basta per farlo salire a Milano. Totò non deve occuparsi di stadio, ma di tenere lontano dalla curva Nord altre famiglie mafiose. Questa, almeno, è l’idea iniziale. Come spiega Klaus Davi, la ‘ndrangheta non è mai socio di minoranza, “entra per prendersi tutto”. È così nelle società che finanzia ed è così anche con i gruppi ultrà. Non c’è dubbio che Bellocco sia in curva per curare gli interessi della famiglia ‘ndranghetista di Rosarno. Davi ne è sicuro, e le indagini della Procura di Milano sembrano andare in quella direzione. Per i capi della Nord, oltre ai reati di estorsione, false attestazioni e varie altre contestazioni, i pm hanno hanno avanzato l’ipotesi dell’aggravante mafiosa. Ciò non vuol dire che la curva Sud sia priva di infiltrazioni della criminalità organizzata. Ed è di nuovo Davi a confermarlo. Secondo il giornalista ed esperto di ‘ndrangheta, infatti, Luca Lucci nel corso degli anni si è circondato di figure riconducibili alle famiglie mafiose di Platì. Vengono ricordati i Trimboli (Antonio Rosario è uno dei fedeli della Belva della Sud) e la famiglia Papalia. Il profilo criminale di Lucci è pesante: oltre alle questioni di curva e dei business paralleli, infatti, è accusato di traffico internazionale stupefacenti (alcuni lo descrivevano come il “numero uno in Italia” per quanto riguarda il commercio di hashish) e di essere il mandante del tentato omicidio di Enzo Anghinelli, ex ultrà dei Black devil, gruppo rivale della fazione guidata proprio da Lucci. Ma nella puntata di Report viene fatto un passo ulteriore rispetto a tutto questo.
Si parla, infatti, non solo dei tifosi, ma del loro rapporto con le società. E su questo i leader ultrà dicono tutti una cosa simile: i dirigenti sapevano, i vertici di Inter e Milan erano a conoscenza di come venivano gestiti i biglietti in curva. Solo per la finale di Champions League tra Inter e Manchester City, per esempio, Andrea Beretta, Antonio Bellocco e Marco Ferdico si sono portati a casa 150mila euro a testa. Lo stesso Ferdico in un’intercettazione parla della necessità di fare pressioni su Beppe Marotta per alcune tessere. Beretta, poi, ha già detto ai pm che il presidente dell’Inter lo avrebbe aiutato a evitare una denuncia (ma su questo punto è arrivata la smentita della dirigenza). Ma stando a quanto riportato da Daniele Autieri, che ha intervistato un ex membro dei Drughi della curva della Juventus, il metodo di infiltrazione della ‘ndrangheta a Milano è identico a quello utilizzato dalla mafia per salire in curva a Torino. E anche in quell’occasione, sia Andrea Agnelli che Beppe Marotta sapevano. Fabio Germani, ultrà bianconero, ha addirittura affermato che Rocco Dominello, affiliato della ‘ndrina Pesce-Bellocco (e condannato in via definitiva per associazione mafiosa), avrebbe chiesto all’ad juventino di far fare un provino al figlio del boss Umberto Bellocco. Agnelli a processo ha dichiarato che i rapporti con Dominello erano limitati agli incontri con gli ultras. Ma Germani, sempre a Report, ha detto di aver visto Dominello e la security dell’ex presidente juventino parlare come se si conoscessero. Questo il testo contenuto negli atti: “La società era ben disposta a fornire ai gruppi ultras cospicue quote di biglietti e abbonamenti perché li rivendessero, ottenendo in contropartita l’impegno a non porre in essere azioni violente per spartirsi l’affare. Dominello garantiva l’equilibrio grazie alla sua ‘influenza’. La forza di intimidazione del sodalizio, tangibile per i dirigenti della Juventus, era spesa, silenziosamente, ma con indubbia capacità persuasiva, verso le migliaia di facinorosi dello stadio”
Oggi lunedì 3 febbraio anche Massimo Giletti a Lo Stato delle cose porterà avanti l’inchiesta sugli ultras di San Siro. L’inviato di Rai 3 Enrico Lupino, infatti, è riuscito ad incontrare Emis Killa, il rapper e amico di Luca Lucci che ora è indagato per associazione a delinquere insieme ad altri ultras milanisti. Per questo motivo, com’è noto, Killa ha deciso di ritirarsi dal Festival di Sanremo. Tra gli amici di Lucci, però, c’è anche Fedez, che proprio grazie all’amicizia con il capo ultrà voleva introdurre la sua bevanda Boem a San Siro. L’ex marito di Chiara Ferragni, comunque, non è indagato. E infatti a Sanremo ci sarà, nonostante tutto. A complicare le cose, poi, sono le bombe lanciate da Fabrizio Corona su Falsissimo, e la questione del presunto tradimento del rapper. Ma come cambia il Festival dopo questa vicenda? Degli ultras, di Fedez e del triangolo tra rapper, tifosi e ‘ndrangheta parlerà anche il direttore di MOW, Moreno Pisto, che sarà da Massimo Giletti a Lo Stato delle cose.