Fresca di premio alla carriera, Iva Zanicchi si è fermata da noi al Salotto del Villaggio del Festival: “Ero preoccupata, non emozionatissima, di solito sono molto emotiva”. Colpa dei mali di stagione, il “rantolino”, l’influenza. “Ho fatto una gaffe: invece di Carlo Conti l’ho chiamato Pippo Baudo”, ci ha confessato. Cose che capitano. Se l’avesse chiamato Amadeus sarebbe stato peggio. Ma com’è cambiato il Festival negli ultimi anni, al di là della direzione artistica? “All’epoca, negli anni Sessanta e Settanta, Sanremo era, come oggi, una potenza nel mondo. Si collegavano molti Paesi dell’est. Il meglio degli autori veniva espresso qui. Oggi esprime canzoni che si ascoltano tutto l’anno, si crea un personaggio in una settimana: nessuna trasmissione è in grado di farlo”. E si sa, il Festival è una delle poche cose che unisce l’Italia. “Lucio Corsi? Mi piace tantissimo, e anche Olly. O il Dio della città, San Remo, il santo vero, si è commosso e ha reso questi cantanti tutti intonati, o c’è qualche mistero che non ho ancora scoperto”. Iva Zanicchi ha apprezzato anche Massimo Ranieri, Marcella Bella e Giorgia. Prima di ascoltare la canzone, Iva era certa che “Giorgia con una canzone appena passabile avrebbe vinto. Lei è un grande valore, una grande cantante, la perfezione. Elodie, invece, si è presentata troppo vestita”. In controcorrente rispetto a Gino Paoli, che qualche tempo fa aveva detto che oggi conta l’apparenza (e il culo) più della voce. E lancia una frecciata al collega: “Forse non gli tira più”.
![Iva Zanicchi nel Salotto del Villaggio del Festival di Sanremo](https://crm-img.stcrm.it/images/42483801/2000x/20250215-130254269-5535.png)
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“Elodie ha una grande fisicità, è talmente bella e statuaria che non può nemmeno risultare volgare”, ha detto ancora Iva Zanicchi. “Io non mi commuovo più, ma quando ho sentito Simone Cristicchi ho pianto”: i cantanti forti, quindi, ci sono anche in questa edizione. Lo spauracchio vero era lo spettro di Amadeus, che però non si è sentito, dato che “Carlo con il suo fare tranquillizza tutti. Gli voglio molto bene”. La sua conduzione procede spedita, con tempi stretti ma definiti: “I Duran Duran li ha tenuti lì un bel po’: se lo meritavano”. E se lo meritava anche Iva il premio alla carriera. L’emozione nei confronti di queste occasioni cambia anche con l’età, “a un certo punto non lo fai più vedere molto esternamente”, seppur dentro di sé sia tanta. Quando canta, però, quel sentimento emerge con forza e tra gli artisti in gara tanti sono impeccabili, ma forse manca un po’ di trasporto: “Forse è meglio essere leggermente calanti, e anche un po’ stonati, ma trasmettere alla gente quello che senti. Devi provare un brivido. Non conta avere una gran voce se poi non trasmetti nulla”. L’esempio perfetto è Jovanotti, che di note ne ha prese poche, ma sul coinvolgimento del pubblico c’è poco da dire: “Trasmette forza, quando canta sei con lui”. I giovanissimi “devono capire, e lo capiranno, che serve la gavetta. È quella che ti porta a cantare tanti anni”.
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