“La pizza non ha limiti, mi meraviglio come si gridi ancora allo scandalo se si utilizzino ingredienti che non si usavano prima. Se c’è una buona arte di fare la pizza, come l’abbiamo noi a Napoli, credo si possano usare anche prodotti salutari e tipici che prima non si usavano. Ad esempio, lo speck, le alici, la burrata, gli oli aromatizzati, e così via”. Così si era espresso lo storico pizzaiolo e imprenditore napoletano Gino Sorbillo quando aveva lanciato la pizza con l’anguria. Prima ancora c’era stata quella all’ananas, ed entrambe avevano destato non poco scalpore, generando polemiche tra gli addetti ai lavori. Quale il confine tra innovazione ed eccesso? A parlarne è lo chef Guido Mori, che non ha gradito l’ultima trovata del volto culinario di Napoli, quella di mettere sopra la pizza gli spaghetti: “Gino Sorbillo è diventato famoso non perché nel tempo, come altri pizzaioli, è andato a cercare prodotti di alta qualità da mettere sulle pizze o fare cibi in lievitazioni particolari piuttosto che mix di farine originali”.
Così su MOW Mori, che prosegue in modo molto critico: “Lui fa una pizza napoletana qualsiasi ed è diventato famoso perché fa prodotti che creano discussione, come la pizza all’ananas o come questa con gli spaghetti sopra. È come quando sei in classe e hai il compagno che si scaccola e rutta perché non ha argomenti per essere notato se non questi. Lui è quello che si scaccola per farsi notare, c’è poco da dire. Quando si hanno pochi contenuti da portare, questa pochezza si riflette nel lavoro, che diventa povero, poco interessante e poco strutturato. Per rimanere sulla cresta dell’onda non si scopre o studia, ma si buttano gli spaghetti sulla pizza da far assaggiare ai ragazzini che escono da scuola. Di una tristezza incredibile. Eppure, tra i soldi che ha e il gruppo che ha alle spalle potrebbe permettersi di mettere su una squadra che si focalizzi sulla qualità. Io se vuole gli propongo un grande classico: würstel, maionese e patatine fritte, mi sembra nelle sue corde”. Non è la prima volta che i due si beccano, chissà che Sorbillo non gli risponda anche questa volta.