Per conoscere davvero qualcuno bisogna mangiare con lui. Una banalità, forse, ma che negli ultimi anni è diventato un mantra per molti programmi televisivi. Lo vediamo a Masterchef, dove le storie personali si intrecciano - e talvolta prendono il posto – dei piatti presentati ai giudici. E lo vedremo anche a Little big Italy, il programma condotto Francesco Panella da lunedì 7 aprile in prima serata sul Nove. Oltre alla cucina ci sono – di nuovo – le storie degli italiani che hanno deciso di lasciare il Paese per trasferirsi altrove. Come ha fatto lo stesso Panella, del resto, che da Roma, dal ristorante di famiglia l’Antica Pesa, è arrivato fino a New York, dove il locale ha un’altra sede. Per il programma è stato in molte città europee, ma anche in Brasile e in Messico. In un’intervista ricorda un ragazzo ligure incontrato a San Paolo, “ex sceneggiatore, che ha aperto un ristorante riproponendo i piatti della sua regione. Ha fatto un pesto fantastico”; e un altro che ora vive a Guadalajara, dove si è trasferito “per amore ed è rimasto lì con grande spirito di sacrificio”. “Ci sono storie di speranza, coraggio e dolore. Colpisce che anche i più soddisfatti dicano la stessa cosa: ‘Voglio tornare a morire in Italia’”, ha detto ancora Panella. Il conduttore e chef promette di assaggiare tutto, “poi ricorro al gastroprotettore”. Quasi tutto, in verità: “In Messico sono andato in un ristorante e ho chiesto una pizza margherita. Me l’hanno portata con formiche, grilli e cavallette, volendo si potevano anche aggiungere, un po’ come noi mettiamo il parmigiano sulla pasta. Per loro sono proteine. Rispetto tutti ma non l’ho mangiata, non ce l’ho fatta”, ha detto ancora a Repubblica. Ma cos’è la cucina per Francesco Panella?


“Semplicità, armonia, ricerca e tradizione”, caratteristiche affinate grazie a “milioni di famiglie, mamme e nonne che hanno aggiustato il tiro provando e perfezionando le ricette”. Un esempio è la parmigiana di melanzane, “certo è siciliana, ma ci sono versioni diverse in ogni famiglia. Poi ci sono stati degli artisti che hanno completato la codificazione, su tutti Pellegrino Artusi, se bisogna fare un nome, e poi Gualtiero Marchesi, che ha segnato un punto di rottura”. La cucina italiana, aggiunge Panella, è la migliore per la biodiversità unita al talento degli interpreti, è semplice da riprodurre, e per questo la più conosciuta al mondo: “Uno spaghetto al pomodoro richiede solo pasta, pomodoro e un po’ di cura: è facile, replicabile e buono”. Mentre il foie gras è “un piatto regale, nato nelle cucine di corte, piatto nobile per i nobili, è difficile”. Little big Italy sarà in onda sul Nove in prima serata a partire da lunedì 7 aprile.
