Il femminismo mediatico è più un danno che una risorsa: lo sa bene uno dei ristoranti nipponici più lussuosi di New York City. Insignito di due stelle Michelin, “Sushi Noz” offre agli ospiti un menu omakase stagionale curato dallo chef Nozomu Abe, nonché un ricco menù degustazione che va da cinque a ben quattordici portate. Una cena da “Sushi Noz” vale settecento dollari a persona, tanto che, di recente, qualcuno ha contestato (per la prima volta nella storia del locale) il fatto che alle donne spetti una porzione più piccola rispetto agli uomini. Esiste certamente un divario molto forte tra la tradizione (vista come qualcosa da preservare e rispettare) della pratica omakase e il limite oltre il quale la deriva femminista ci sta conducendo. Ci mancava solo questa: il commensale e tiktoker Luis Carlos Zaragoza che si prende la briga di unirsi alle milizie femministe, pubblicando un video (ormai virale, con 7,1 milioni di visualizzazioni) sul web per denunciare l'accaduto, poi ripreso in un articolo del Daily Mail. L'uomo ha intitolato la clip: Sushi Noz a New York, sfortunatamente non vale più un viaggio speciale. Specificando, tra l'altro, che quella è stata in assoluto la prima recensione negativa scritta da parecchio tempo (da notare bene la casualità). Ecco piovere tutta una serie di commenti contro il locale, accusato di essere fallocentrico (nemmeno si stesse parlando di Rocco Siffredi) e di adottare una politica di gender gap... verso le clienti. “La nostra amica, l'unica donna del gruppo, ha ricevuto porzioni più piccole di quelle destinate a noi uomini. Questo, nonostante il suo conto ammontasse ancora allo stesso importo a fine pasto”. Il commensale ammette, tuttavia, di conoscere la pratica comune in alcuni posti per l'omakase: “Lei non ha usufruito di questa portata. E anche se il prezzo non è stato adeguato per tenere conto delle porzioni più piccole, il minimo è che tutti ricevano lo stesso importo”.
“Questa è la sesta volta che ceniamo qui” ha ammesso Zaragoza, specificando che, anche se sembra incredibile, la loro esperienza dopo l'assegnazione delle due stelle Michelin è stata in realtà la più negativa" (come si suol dire, dalle stelle alle stalle). Nella clip che è stata ripresa più volte sulla piattaforma online, Luis ha documentato e impacchettato tutto per le femministe come nemmeno le Iene sarebbero riuscite a fare. E' partito dalla loro esperienza culinaria e dal cibo (che includeva sashimi di bonito rosso, passera di mare fritta con caviale e foglie di tartufo bianco) per arrivare, attraverso un excursus, a raccontare lo scenario da caverna degli orrori della cucina di Sushi Noz. Quello che ricama attorno alla sua esperienza ha dell'incredibile. Lo chef, secondo il racconto del commensale, prende un pezzo di nigiri e, in uno scatto d'ora, ne strappa l'alga precedentemente attorcigliata sulla polpetta di riso. A quel punto lo getta nella spazzatura (tutto rigorosamente di fronte ai clienti).
ll racconto contiene tutta una serie di sfumature che alcuni tra gli utenti che hanno commentato il video ritengono eccessive, estremizzate. Mentre altre persone sul web sono semplicemente rimaste allibite. La questione è ricca di sfaccettature, perchè (forse per la prima volta) un locale di quel livello è stato accusato di discriminazione verso le donne e di sessismo: un'allusione molto grave alla quale lo stesso portavoce di Sushi Noz si è sentito di replicare tra le pagine di Today:“Il pasto inizia con cinque o sei otsumami (piatti molto piccoli) che da soli possono già saziare. Tuttavia, prima che inizino le portate di sushi previste dal menu, lo chef chiede spesso ai nuovi ospiti se preferiscono porzioni di riso più piccole. Un genere di offerta che possono anche rifiutare, soprattutto nel rispetto dell'ospite, al quale assicuriamo un'esperienza nel settore dell'omakase che lo sazi senza riempirlo troppo. Un ristorante tradizionale giapponese come il nostro, con certe barriere culturali e linguistiche, di tanto può essere frainteso: tuttavia, è la prima volta in sei anni che abbiamo a che fare con un'interpretazione del genere, lontanissima dalle intenzioni del nostro chef”.