L'inquinamento fa male alla salute, lo sanno anche i bambini, ma sapevate che fa male anche al cervello? Esatto: vivere in un ambiente inquinato fa diventare stupidi, e se inquinare a sua volta è un'attività da stupidi, oltre che da irresponsabili, si entra in un loop infinito. Ok, si inquina per guadagnare, è vero, ma gli effetti dell'inquinamento colpiscono tutti, anche quelli che non ci ricavano nulla. È così da tanto tempo, tanto che un team di studiosi ha individuato un caso del genere ai tempi dell'antica Roma. Tutto nasce da un calo generalizzato del Q.I., il quoziente intellettivo, risalente a 2000 anni fa. La notizia è che i Romani, a forza di fondere il piombo, si erano fusi il cervello. Ma andiamo con ordine. Gli scienziati hanno trivellato chilometri di ghiaccio artico, perché quando vuoi sapere cosa combinavano i Romani 2000 anni fa, è scontato che tu vada a fare carotaggi in Groenlandia, e hanno analizzato le bolle d’aria intrappolate lì dentro. Risultato? Un picco preoccupante di piombo nell’atmosfera a partire dal 15 a.C., che ha coinciso con l’espansione dell’Impero. E no, non era dovuto a un’impennata nella produzione di tubature per gli acquedotti e le terme che hanno reso famosi i Romani, ma all’estrazione e fusione della galena, un minerale che rilascia nell’aria quantità industriali di piombo durante il processo di raffinazione dell’argento.
Ora, per chi non ha familiarità con i superpoteri del piombo, facciamo un rapido ripasso: negli adulti causa infertilità, anemia, perdita di memoria, problemi cardiovascolari e una generale somiglianza con un personaggio di Squid Game. Nei bambini, invece, anche bassissime dosi compromettono lo sviluppo cognitivo, riducendo il QI tanto quanto può fare un video dei Me contro Te. Secondo i ricercatori, i livelli di piombo nell’aria erano sufficienti a innalzare i valori ematici dei bambini di circa 2,5 microgrammi per decilitro, con una conseguente perdita media di 2-3 punti di QI. Che saranno mai 2 o 3 punti, si dirà, quando una puntata di Temptation Island te lo può abbassare almeno di dieci? Ma applicate questa perdita su scala continentale, e all’improvviso il declino delle infrastrutture romane e certe decisioni imperiali, tipo eleggere cavalli a senatori, iniziano a sembrare molto più chiare. “La cosa straordinaria di questo studio è che per la prima volta siamo riusciti a collegare l’inquinamento atmosferico antico con i suoi effetti sulla salute umana”, spiega Joe McConnell, autore principale dello studio. “È come se avessimo una macchina del tempo fatta di ghiaccio e scienza. E sì, fa freddo”. Ma non fermiamoci qui: anche se l’inquinamento da piombo ha raggiunto vette da Guinness dei Primati negli anni ’70 (40 volte i livelli romani, per intenderci), questa ricerca sottolinea che l’essere umano è riuscito a rovinarsi la salute con ammirevole costanza fin dall’antichità.
In fondo, è rassicurante sapere che la tendenza all’autosabotaggio ambientale non è un’invenzione moderna. Certo, i Romani non avevano Suv né centrali a carbone, ma il loro amore per l’argento brillante e le monete luccicanti è bastato per avvelenare se stessi e probabilmente accelerare il crollo di uno dei più grandi imperi della storia. E mentre immaginiamo l'antico Senato romano discutere animatamente su come risolvere un problema che nessuno sapeva nemmeno esistesse, ci viene un sospetto: forse gli antichi Romani non erano poi così diversi da noi. O forse sì. Almeno loro, a differenza nostra, non avevano i social su cui sfoggiare con orgoglio la loro ignoranza, in materia ambientale e non. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), ci lascia con una riflessione amara: siamo riusciti a fare danni ambientali e cognitivi già 2000 anni fa, e non sembra che abbiamo imparato granché nel frattempo. Con la sola differenza che oggi basta farsi un giro sullo smartphone per vedere che il quoziente intellettivo medio è ai minimi storici. Visto quanto è inquinata l'aria del pianeta, tutto trova una giustificazione.