Simone Giannelli alza, Alessandro Michieletto chiude con una super spike. Una logica che nella partita tra Italia e Argentina si è ripetuta più volte. Gli azzurri hanno dominato: 3-0, senza storia, solidi in difesa, devastanti in attacco. Oggi ha funzionato tutto, dal servizio di Yuri Romanò, al muro dei centrali. A tratti si è giocato punto a punto, ma la direzione della gara non è mai sembrata davvero in discussione. Era un altro match in cui o si vinceva o si usciva, il secondo dopo quello con l’Ucraina che è valso il secondo posto nel girone. Mentalmente l’approccio non è stato perfetto, con l’Argentina che è stata avanti per il primo tratto, poi sono usciti i campioni del Mondo. A fine partita tutti sono sembrati molto soddisfatti, soprattutto per la crescita nel gioco rispetto a inizio torneo. Ora ci si aspetta una tra il Belgio e la Finlandia. Romanò ha detto che forse spera di incontrare i fiamminghi, per avere una rivincita dopo la sconfitta nella seconda partita del girone. Anche il ct Ferdinando De Giorgi ha parlato in maniera molto positiva: “Sono molto contento, abbiamo giocato una partita solida cavandocela molto bene soprattutto negli scambi lunghi, ce ne sono stati diversi. Ora dobbiamo recuperare e poi pensare al prossimo avversario. Aver giocato un match decisivo con l'Ucraina ci ha aiutato a sviluppare la giusta mentalità. Ora avremo le nostre opportunità e ce la giocheremo”. Tutto giusto.

C’è però una costante nelle partite dell’Italia e in generale in questo Mondiale; un ronzio continuo, un rumore martellante che si alterna a quello degli schiaffoni dei giocatori sulla palla. Chi è il dj del Mondiale di volley? Dov’è? Da dove suona? E soprattutto: come le sceglie le sue playlist? Ogni intervallo dopo il punto o nei timeout rimbomba a Manila la tamarreide più assoluta. Elettronica, house, edm: una sinfonia fantasiosa, fatta di “picchi” alla Sarà per me ti amo, ovviamente nella versione remixata. Ora, siamo a una manifestazione sportiva, sarebbero impensabili sonate per clarinetto e pianoforte o cantautorato italiano; ma davvero non c’è alternativa concreta (e ugualmente motivazionale) al pompo nelle casse scelto finora? Tirate sul pianista era il titolo di un grande film di Truffaut. Noi siamo contro l’omicidio e dunque non ci spingiamo a tanto per il dj di Manila. Alessandro Michieletto, però, serve a più di 110 km all’ora. Per una volta il nostro schiacciatore potrebbe almeno pensarci a mirare oltre la metà campo avversaria.
