Donald Trump torna all’attacco dell’Europa, accusandola di mettere troppi paletti al commercio e agli investimenti americani. Secondo l’ultimo National Trade Estimate, il rapporto ufficiale del governo Usa, che raccoglie le lamentele delle aziende d’Oltreoceano, l’Unione Europea "penalizzerebbe in modo ingiusto le imprese statunitensi". Sotto accusa ci sono regolamenti come il Digital Services Act e il Digital Markets Act, che impongono regole più severe alle Big Tech per proteggere dati, concorrenza e libertà d’espressione. Ma Bruxelles è chiara: “Non sono in discussione”. Le critiche Usa si estendono soprattutto all’agroalimentare: l’Europa gli riempie il piatto e il portafoglio, ma Trump risponde con una guerra commerciale, minacciando di aumentare i dazi. Forse il problema è che il vino europeo gli dà alla testa? Ma andiamo al dunque: il Vecchio Continente vieta ormoni nella carne, disinfettanti chimici, Ogm (Organismo Geneticamente Modificato) non tracciati e pesticidi pericolosi. E Washington chiede di allentare le regole. Ma l’Ue ci tiene a difendere la salute dei consumatori e l’ambiente. Nel mirino anche le Dop e Igp, etichette che proteggono i prodotti tipici europei da imitazioni come il Parmesan del Wisconsin. Abbiamo chiesto un commento allo chef Guido Mori, che non ha usato mezzi termini contro le richieste americane, accusando Donald Trump di voler “raggirare i consumatori” e riportare indietro l’agricoltura e l’alimentazione.

“La finalità dei marchi Dop e Igp, che in alcuni casi possono essere positivi e in altri negativi, è quella di proteggere una filiera che determina alcuni prodotti, per esempio il Parmigiano Reggiano, il Chianti, il Brunello di Montalcino e così tanti altri”, spiega Mori. “Quello che vorrebbero gli Stati Uniti è che si potesse creare dei fake e chiamarli con un determinato nome”. Sulla produzione di formaggi “parmesan” in Wisconsin, invece chiarisce: “Magari non è nemmeno cattivo, ma è come produrre il Parmigiano in Maremma. È un formaggio di latte crudo fatto dalle mucche, questo è quanto. Per chiamarlo Parmigiano deve avere una denominazione di origine protetta”. Per Mori la questione è tutta nella chiarezza verso il consumatore: “Se sei dentro una filiera, hai una regolamentazione. Chiamalo in un'altra maniera, se non puoi usare quel nome, chiamalo parmigianone o parmigianino, come ti pare, però non deve essere un nome che può confondere le idee. Sennò siamo di fronte a una frode alimentare”. Passando agli Ogm, l’opinione di Mori è articolata ma netta: “È giusto che le persone sappiano quello che stanno comprando. Se c'è un valore negativo collegato agli Ogm, è bene fare quello che dovrebbe fare uno Stato serio: egemonia culturale, non truffare le persone. Mi sembra che un po' il light motive delle richieste da parte di Trump sia questa: chiamare il Parmigiano fatto in Wisconsin Parmigiano, vendere alle persone gli Ogm senza dirglielo. Lui vuole poter truffare le persone e io preferisco che non vengano truffate”. Anche sulla carne trattata con ormoni, Mori è molto critico: “Noi proibiamo l'utilizzo di ormoni che inducono la crescita dell'animale perché questi ormoni sono presunti cancerogeni. Presunto cancerogeno non vuol dire che non lo è. È cancerogeno sicuramente, solo che ancora non è dimostrata la dose necessaria perché lo sia”. Secondo Mori, il modello di allevamento americano è da superare: “Gli animali dovrebbero essere allevati in maniera naturale e gli dovrebbe essere garantita la vita migliore che possono avere. Poi, in più, loro fanno una macellazione in cui rimangono spesso piccole quantità di escherichia coli, che per noi è vietata assolutamente”. Infine, sulla politica europea verso la riduzione dei pesticidi, Mori conclude con un giudizio molto severo verso le richieste americane: “Trump ci propone una roba insalubre e pericolosa per le persone. I residui di fitofarmaci sono pericolosi per l'ambiente, per l’uomo, e servono solo a portare avanti una maniera di coltivare veramente vecchia. Trump ci chiede l'arretratezza culturale, noi invece siamo più avanti e sarebbe bene che l'America prendesse spunto da noi, invece di continuare a fare i trogloditi in questa maniera”.
