«Mi occupavo del restauro di alcune case vicino alla roggia, nel 2017 o 2018, e ho trovato gli attrezzi. Erano rovinati dall’acqua, li ho conservati in cantina appesi al muro». È una frase che pesa più del martello che descrive. A pronunciarla è un manovale egiziano, intervistato da Ore14 su Rai2, mentre racconta di un ritrovamento che potrebbe riaccendere i riflettori su uno dei cold case più inquietanti della cronaca italiana: l’omicidio di Chiara Poggi, la ragazza di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007. Gli attrezzi—un martelletto da muratore e un attizzatoio—sono spuntati a Tromello, paesino con la roggia che corre alle spalle delle villette, non troppo lontano da Garlasco. Non sono stati ritrovati durante le ricerche organizzate a maggio scorso, come si era pensato in un primo momento. E non dagli investigatori, ma da questo operaio che, candidamente, spiega di averli pure usati: «Il martelletto per lavorare, l’attizzatoio per una grigliata». Oggetti da scantinato, niente di sospetto. Almeno finché la cronaca non è rientrata dalla porta di servizio: «Quando ho saputo che i Carabinieri li cercavano sono andato da loro a portarglieli».


Non proprio il tempismo perfetto, ma il manovale dice di aver agito in buona fede. L’intervista integrale sarà trasmessa giovedì in prima serata, ma già lo stralcio mandato in onda lunedì ha agitato le acque. Anche perché a Tromello viveva la nonna delle gemelle Cappa, cugine di Chiara Poggi. E proprio una delle due, Stefania, sarebbe stata vista (secondo quanto riferito al supertestimone Gianni B. da una terza persona) mentre gettava un borsone pesante nella roggia. Un testimone del sentito dire, una roggia che non smette di restituire fantasmi, e un borsone che non si sa nemmeno se sia mai esistito. Le gemelle Cappa, va detto, non sono indagate, e nessuno può dire con certezza se tra quegli attrezzi ci sia l’arma del delitto. Intanto, sul fronte giudiziario, la cronaca si muove. Dopo che nel 2015 Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata, ora c’è un nuovo nome sul tavolo: Andrea Sempio, oggi 36enne, all’epoca amico del fratello di Chiara. È ufficialmente indagato per omicidio in concorso. La storia si complica, come se già non fosse abbastanza contorta. Ma c’è chi, in cantina, ha conservato il tempo sotto forma di ferro arrugginito.
