Un’altra triste conferma per il già indebolito mercato dell’auto arriva dal recente e discusso rapporto ISTAT, che registra un considerevole calo dei consumi per gli italiani nel 2020. Calo che è la diretta conseguenza di un aumento della povertà assoluta – ovvero di chi non può permettersi le spese minime a vivere una condizione accettabile. Stime preliminari raccontano di oltre 2 milioni di famiglie in una simile condizione, cifra che si traduce nell’aumento di circa 5,6 milioni di persone rispetto al 2019.
Il dato – il peggiore dal 2005 sul fronte povertà – segna tra le altre cose una spesa media mensile tornata ai livelli del 2000, con una flessione del 9,1% rispetto al 2019. Rinunce che vanno a colpire come ampiamente prevedibile il comparto automotive, che abbiamo già visto straziato da un 2020 con un -27,9% sul fronte vendite.
L’Italia, in lockdown e costretta a stringere la cinghia, deve variare necessariamente le sue abitudini sul fronte motori e mezzi di trasporto: si sposta molto più a piedi, riscopre la bicicletta e mezzi nuovi come il monopattino elettrico, anche sulla scia dei bonus governativi. Ma auto e moto personali finiscono completamente in secondo piano, anzi restano nei pensieri degli italiani ma diventano un sogno, come evidenziato anche dal recente rapporto Coop del 2020.
Di contro, consumi alimentari e relativi alle abitazioni salgono da 53,1% del 2019 al 58,4% del 2020: come dire, spazio ai bisogni primari, le necessità alle quali è proprio impossibile fare a meno. Discorso persino amplificabile per le nettamente aumentate famiglie in povertà assoluta, per le quali – rileva l’ISTAT – le spese necessarie (cibo e casalinghi) arrivano a rappresentare il 77,1% della spesa totale.
Il potere di spesa è diminuito soprattutto al Nord, dove come visto la Covid ha colpito maggiormente, portando a un incremento della povertà assoluta per 218mila famiglie; aumento che non ha comunque invertito il trend storico che vede il Mezzogiorno segnare il tasso più elevato di povertà assoluta in Italia, che coinvolge il 9,3% delle famiglie.