Un tempo demonizzato, il cinema hard è oggi diventato un trend, reso tale anche da serie televisive di successo. Regina della categoria, in Italia, è Malena. La quarantunenne pugliese, spogliandosi del ruolo di delegata nazionale del Partito Democratico e agente immobiliare, in tempi non sospetti disse addio alle proprie certezze per abbracciare l’incognita del cinema a luci rosse. Una scelta audace che da una parte le costò il pregiudizio comune, dall’altra le spalancò le porte del successo, con un seguito da un milione di follower sul solo Instagram. Ma non definite “por*o” il settore del quale Malena detiene la leadership al femminile, perché vi correggerebbe così: “Mi occupo di cinema per adulti. ‘Por*o’ è un termine desueto che a mio parere si accompagna a pregiudizi e ghettizzazioni. Volendo far riferimento a un’espressione vintage, allora definiamolo piuttosto cinema a luci rosse”.
Nella classifica di Malena in che posizione si colloca il sesso?
Ha senza dubbio importanza, ma quando porto avanti una relazione antepongo il dialogo a tutto il resto. Se manca l’interazione viene meno anche la sana carnalità̀. Il mio podio delle priorità̀ si compone così: dialogo, amore, sesso.
Il suo primo approccio col sesso?
Da ragazzina, in Puglia, col mio fidanzatino di allora. Una fusione di corpi che ebbe in sé qualcosa di magico, complice il fatto che l’erotismo, all’epoca, fosse per entrambi una scoperta. Non scelsi un uomo esperto, bensì̀ un coetaneo, e questo penso la dica lunga sul fatto che l’amore, per me, è ciò̀ che conta davvero.
Malena, lei è il sogno erotico di tanti, qual è il suo sogno?
L’uomo che vorrei nella mia vita: autentico, semplice, senza sovrastrutture. Lo immagino della mia Puglia, ma non pongo paletti al destino.
Spesso, chi fa il suo mestiere, lamenta momenti di abbattimento. Da Moana Pozzi, animo introspettivo, a Rocco Siffredi, che ha parlato di depressione. A lei è mai successo?
Mi considero troppo resiliente per farmi scoraggiare da una nuvola passeggera. Peraltro sono figlia unica, a significare che le responsabilità̀ sono sempre state tutte sulle mie spalle, almeno in famiglia, e mai ripartite tra fratelli. In quei casi devi andare avanti anche con lo sconforto addosso, perciò̀ te ne dimentichi. Avendo ricevuto questo imprinting, sì, mi capita di piangere, ma sono fasi di breve durata. Sorrido e vado avanti.
A proposito di famiglia, come accolsero, i suoi genitori, il fatto che si sia data al “cinema per adulti”?
Male, ma non li ho mai biasimati per questo. Comprendo che non sia facile metabolizzare una scelta così controversa. A oggi ho un rapporto sereno con loro, ma non semplicissimo.
Qualcuno afferma che sia ridicolo parlare di talento in riferimento a voi divi dell’hard...
È una forma di pregiudizio. Rivendico il talento di chi fa questo mestiere con successo e mi sento di appartenere alla categoria degli artisti. Sfondare nell’hard richiede una buona dose di esibizionismo, che coniugata al lavoro duro va intesa quale talento, è una professione.
Nel cinema a luci rosse, secondo lei, vige ancora lo stereotipo secondo cui il maschio sarebbe uno stallone, mentre la donna una poco di buono?
La mia impressione è che la figura della donna è soffocata dagli stereotipi non solo nell’hard. Qualcuno parte spesso dell’assunto che, qualsiasi posizione una donna raggiunga nella vita, sia una ricompensa per il suo essersi “concessa” o per bellezza estetica. Oggigiorno si parla tanto di emancipazione e quote rosa, però temo lo si faccia più per un’omologazione da strapazzo che non per una vera e propria voglia di progresso ed emancipazione anche culturale.
Qual è il suo record di astinenza dal sesso?
Che io ricordi, tre mesi o giù di lì.
Teme l’avanzare del tempo e si è mai data un termine ultimo oltre il quale dire addio alle “luci rosse”?
L’idea di invecchiare un po’ mi spaventa, come è comune tra noi donne. Mi guardo allo specchio e mi dico: “Cavolo, Malena, hai già quarantuno anni!”. A volte mi sembrano tanti, altre perfino pochi per le molteplici vite vissute. Sono passata da studentessa universitaria ad agente immobiliare a politica ad attrice hard, ma sempre felicemente e puramente donna. Chissà quanti altri cambiamenti ha in serbo il futuro. Ecco, l’idea di viverlo è il mio mordente nella vita. Non mi annoio poiché confido nell’imprevedibilità del domani. Quanto al pensionamento (ride, ndr), no, non mi sono data una scadenza... Lavorerò, ma chissà in quale settore!
Sogna la maternità?
Ecco, forse potrebbe essere quello il limite oltre il quale dire addio al set. La genitorialità̀ per adesso non figura nella mia “lista delle cose da fare”, ma, qualora incontrassi l’uomo giusto, valuterei con lui di avere anche un figlio. Potrei lasciare il lavoro nell’hard a beneficio di una famiglia che, da buona romantica, sogno ardentemente.