Ancora una tragedia, ancora un guardrail a fare da giudice tra la vita e la morte. A farne le spese questa volta è un giovane automobilista di venticinque anni deceduto dopo il forte impatto con le lamiere metalliche poste lungo la strada che hanno, di fatto, tranciato il tettuccio del veicolo sul quale viaggiava. Un incidente tremendo quello verificatosi alle porte di Bari, tra Modugno e Carbonara. Il ragazzo, che stava andando a lavoro, era seduto sul lato del passeggero con il conducente, trasportato poi in codice rosso, secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, sembrerebbe aver perso il controllo del furgoncino aziendale finendo a sbattere sul guardrail. Una battaglia, quella contro i dispositivi di sicurezza, che sembra non aver fine. I motociclisti più volte si sono espressi sulla pericolosità delle barriere in acciaio e l’introduzione del DSM (dispositivo salva motociclisti) poteva essere una soluzione più che fattibile.
Tante, troppe le persone morte per aver sbattuto contro un qualcosa che avrebbe dovuto salvarle, ed invece, si è rivelato come il più letale dei carnefici. E’ vero, le cause di una morte in strada può essere attribuita all’eccesso di velocità e alla guida in stato di ebbrezza ma le barriere laminate sono sempre lì, a dare il colpo fatale. Era sceso in campo anche Guido Meda che in un video li aveva definiti “bastardi e immutati, subdoli e pericolosi. Assassini” perché al momento i guardrail uccidono, ma renderli amici si può e si deve.