Partiamo da un fatto: uno dei primi ad arrivare sul luogo dell’omicidio di Antonio Bellocco è Alfonso Cuturello (attualmente non indagato). Una foto lo ritrae insieme a Marco Ferdico a pochi metri dalla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio. L’immagine è stata registrata dalle telecamere di sorveglianza del posto. Poi Beretta uccide Bellocco con ventuno coltellate e Cuturello appare dopo soli dieci minuti. Altro fatto: prima dell’incontro avvenuto il 27 luglio nel garage di Bellocco, quando prende forma il progetto di far fuori Beretta, un uomo che porta il cognome dei Cuturello (non Alfonso) viene beccato a Tropea insieme a un membro della ‘ndrina Mancuso. Con loro c’è un terzo uomo, che viene fermato dai Carabinieri: da quanto sappiamo, si tratterebbe di Salvatore Paolillo, uno di quelli che si incontrerà con i capi della Nord nel garage di Totò Bellocco. Terzo fatto: è acclarato che Cuturello e i Mancuso sono legati. Alfonso è nipote di Romana Mancuso, Giovanni Rizzo e Peppe ‘Mbrogghia Mancuso. È uno di famiglia. Quarto fatto, che in realtà è un’imbeccata di un nostro informatore: mesi fa ci ha detto di “tenere d’occhio Alfonso Cuturello. Ci sono stato in carcere insieme ed è una persona molto particolare, ambigua, che sa come si trama alle spalle delle persone”. Mettendo insieme tutto questo si apre uno squarcio, una domanda sulle vicende della curva Nord: e se Beretta fosse stato indotto ad uccidere Bellocco? Come sappiamo, ad avvertire Beretta è stato Daniel D’Alessandro “Bellebuono”, il cugino di Marco Ferdico: potrebbe essere che Bellebuono abbia fatto credere a Berro, per conto di altri, che Bellocco lo voleva ammazzare, così da creare tensione tra i due che avevano egemonizzato la curva interista e i guadagni che ne derivavano? Qui dobbiamo fare un passo indietro, molto indietro.

Qualcuno agiva alle spalle di Bellocco?
Innanzitutto dobbiamo ricordare due cose. La prima: come Bellocco è venuto su a Milano. Antonio arriva in curva ufficialmente dopo che viene ucciso Vittorio Boiocchi il 29 ottobre del 2022. Adesso sappiamo com'era stato pensato l’omicidio dello Zio: c’era il mandante, Andrea Beretta; l’organizzatore, Marco Ferdico, appoggiato (o forse no) dal padre Gianfranco; i due esecutori, Andrea Pietro Simoncini e Bellebuono. Simoncini è originario di Gerocarne, in provincia di Vibo Valentia. Ha conosciuto Ferdico quando quest’ultimo giocava in Calabria, a Soriano. Lì Marco incontra Aurora, la figlia di Simoncini, che adesso è sua moglie. La domanda da porsi è: poteva o non poteva Ferdico portare su qualcuno di quelle zone senza che le famiglie lo sapessero? Le informazioni ci dicono di no: le famiglie sapevano. Quella è terra degli Idà, dei Monardo, degli Emanuele. Non dei Bellocco. La ‘ndrina di Rosarno, secondo ciò che ci è stato riferito da fonti attendibili, starebbe vivendo un momento di crisi. Un nostro informatore ci ha detto che quella dei Bellocco “era ed è una famiglia in difficoltà. Sono tutti in carcere, latitanti o in attesa di sentenze. Hanno bisogno di soldi”. Inoltre nel vibonese il boss Domenico Bellocco ha trascorso la sua latitanza. Era il 2019. È probabile che in quel periodo sia stata raggiunta una pace tra i diversi clan. La fonte prosegue: “Gli è stato fatto un piacere (ai Bellocco, ndr) e magari in cambio della libertà di movimento sul porto di Gioia Tauro, che è roba dove i Bellocco hanno parola in capitolo, gli hanno dato una piazza”. La moneta di scambio, quindi, sarebbe stata proprio la curva Nord. La seconda cosa da considerare: prima che venisse ucciso Boiocchi c’era già Mimmo Bosa che stava provando a prendere il potere a San Siro. In passato Bosa aveva tentato di stringere i legami con famiglie mafiose, in particolare i Mancuso, che potessero garantire la sicurezza della Nord. Con l’arrivo di Bellocco questo progetto si ferma. Ora c’è Antonio a mettere tutti d’accordo. Ritorniamo un attimo su Ferdico. È lui che porta Simoncini a Milano per uccidere Boiocchi, ed è sempre lui che tramite Giuseppe Idà e Vincenzo Monardo incontra Totò. Gli informatori ci dicono che già allora Ferdico avesse le spalle coperte dai Mancuso. L’operazione di inserimento di Bellocco, quindi, non avrebbe potuto avvenire all’insaputa della famiglia. Andiamo avanti.

Il ruolo di "Bellebuono"
Passano quasi due anni. Il 4 settembre 2024 Beretta uccide Bellocco. Beretta si è pentito e ha detto più volte che è stato D’Alessandro ad avvertirlo delle intenzioni dei compagni. Berro avrebbe dovuto essere avvelenato con un caffè e poi sotterrato per non lasciare prove. La calce viva era già stata acquistata. Beretta ha detto che Ferdico aveva offerto 100mila euro per assassinarlo. Ma attenzione: anche la figura di Bellebuono è molto ambigua. È dipendente dalla cocaina e negli ambienti criminali è considerato poco affidabile. Il fatto che abbia ucciso Boiocchi per soldi (un omicidio costato 50mila euro pagati da Beretta, di cui 15mila destinati proprio a Bellebuono) è un fatto grave. Con quel gesto si sarebbe giocato la fiducia di coloro che gli stavano intorno. Infatti, pur facendo parte della fazione con a capo Bellocco e Ferdico, si rivolge a Beretta. E una volta morto Bellocco, il primo ottobre Bellebuono va dai Carabinieri. Da quello che ci è stato riferito, Bellebuono è già considerato un infame, a prescindere dal suo possibile pentimento. Qui poniamo una questione: e se il voltafaccia fosse stato suggerito da qualcun altro? Tra l’altro Bellebuono è cercato da tutti: perché? Cosa sa Bellebuono? Di nuovo: Beretta è stato indotto a uccidere Bellocco mentre si trovava in una situazione di stress, creata proprio dalle minacce e gli avvertimenti di Bellebuono? Ancora un informatore ci ha detto: “Tu sei Bellocco e vuoi ammazzare Beretta. E che fai? Ti metti dentro una Smart con uno che è grosso come un armadio? Ma ti pare ‘ndrangheta questa? La ‘ndrangheta ti fa salire su una macchina, c'è uno dietro, ti spara un colpo nella nuca e ti fa sparire. E quando qualcuno ti cerca dice: è scappato. Secondo me D'Alessandro aveva capito che a essere in pericolo era lui per altri motivi, fidati di me”. All'analisi, poi, va aggiunto un ulteriore elemento. Dai tabulati telefonici riportati nelle carte della Procura risulta che D'Alessandro è stato molte volte, tra il 2021 e il 2024, a Soriano Calabro e a Gerocarne. Lo stesso luogo frequentato da Ferdico prima da calciatore e in seguito come uno dei referenti, forse, delle famiglie calabresi a Milano; la stessa città del vibonese da cui proveniva Andrea Pietro Simoncini. E in tutto questo cosa c'entra Alfonso Cuturello?

Chi è Alfonso Cuturello?
Alfonso Cuturello e Ferdico probabilmente già si conoscevano. Nelle carte della Procura, infatti, leggiamo che Alfonso è amico di Giuseppe Raffaele, detto “Peppe Chiucchiu”, il patrigno di Aurora Simoncini, la figlia di Pietro Andrea e moglie del capo ultrà. Ma su Cuturello possiamo dire anche qualcosa di più: ci viene descritto come un uomo enigmatico, uno che trama e che parla alle spalle. Gestiva un autolavaggio a Limbiate, che si è rivelato essere uno snodo importante nella gestione del traffico di stupefacenti in Lombardia. Questo almeno è quanto emerge dall’inchiesta “Car Wash” (che porta il nome dell'autolavaggio) del 2015, condotta dalla Squadra Mobile di Milano, che ha generato tre distinti procedimenti giudiziari. Dei 49 indagati, 29 sono stati tratti in arresto con l’accusa di essere parte di un’associazione finalizzata al traffico di droga (cocaina e hashish), spaccio, detenzione e cessione di armi da fuoco, nonché estorsione. Il nostro ragionamento riguarda i movimenti che stavano avvenendo dietro la curva Nord dell’Inter, ma Cuturello è uno della Sud. Sui social postava foto con Emis Killa, Islam Hagag, Fabiano Capuzzo e altri che più volte sono stati citati nelle carte dell’inchiesta. Dei legami familiari con il mondo mafioso, in particolare i Mancuso, abbiamo già detto: sono consolidati. Il nome di quel clan è stato citato da Andrea Beretta. L’ultrà non ricorda, ma dice di essere convinto che insieme a Mimmo Bosa, quando quest’ultimo era andato da Berro a reclamare i suoi diritti sulla curva Nord, c’erano due calabresi. Morabito o Mancuso. Beretta poco dopo deciderà insieme a Marco Ferdico che serve qualcuno che possa fare da contrappeso. Ecco che Antonio Bellocco sale a Milano. Sarà Totò a dissuadere gli Hammerskin di Bosa dal fare ulteriori pretese sulla Nord. Beretta ricordando l’episodio dice una cosa strana ai pm: “Sembrava come se mi stessero mettendo alla prova”. Qualcuno voleva sondare il terreno con lui, valutare la sua fedeltà a Boiocchi? Insomma, qualcuno voleva capire se Beretta potesse essere comprato? E a che scopo?

Ottobre-Novembre 2023
Ci sono alcuni avvenimenti ricordati nelle carte della Procura che parlano di Alfonso Cuturello. Il 21 novembre 2023 Antonio Bellocco riceve una lettera, che legge mentre è intercettato dagli investigatori: “Nano di merda. Marco e Andrea due mercenari, pensano solo ai piccioli. Ti invitiamo a tornare nel tuo paese. Bellu meu, tu non hai intenzione di sederti”. Totò ne parla proprio con Beretta, che dice: “Sono quattro pisciaturi di merda Antonio. Uno che fa un gesto del genere è proprio perché non vale un caz*o, capito?”. E Totò: “Secondo me sono quelli proprio, che hanno dei problemi, che hanno fatto tutti i problemi secondo me”. La Procura identifica “quelli” con Alfonso Cuturello e Antonio Favasuli. Bellocco li aveva già incontrati l’11 novembre insieme ad altre due persone (“erano una quattrina”) che chiama “lo zio” e il “vecchio”. Nelle carte della Procura si legge che in effetti Cuturello e Favasuli potevano essere “ingolositi” dai guadagni della curva Nord. Tra l'altro, poco prima dell'incontro, Antonio chiama Filippo Monardo, anche lui arrestato il 5 maggio scorso. Monardo mette in guardia l'amico rispetto alle ambizioni del personaggio identificato come “lo zio”: “Guarda è uno che vuole mangiare assai, attenzione, gira tutto con quei discorsi, bellissime parole…”. L'11 ottobre Ferdico è in Calabria a pranzo con il suocero di Bellocco, Giuseppe Fabrizio. Marco racconta che il giorno prima Favasuli e Cuturello sono andati da lui (si incontrano al Bar Affori di Via Astesani) chiedendo “informazioni sulla curva”: “È lui (Favasuli, ndr) con Alfonso (Cuturello, ndr) che volevano azzeccarsi in curva, capito?”. E l’altro: “E vabbò, cercano, poi quando trovano il muro di cemento armato, tornano indietro subito! Perché non gli conviene, non gli conviene sta cosa. Per sta roba qua ci sono i Pelle. Quando fanno qualcosa là (Milano, ndr), arriva subito qua sotto. Qua sotto poi si rompono gli equilibri di tutte le cose”. Già nel 2023, quindi, Alfonso Cuturello e l'amico avevano provato a farsi avanti, seppur in maniera strana. Sempre Ferdico infatti ha raccontato che Favasuli si era spacciato come parente di Leo Morabito, detto “Scassaporte”, uno dei capi della ‘ndrina di Africo. Bellocco in quel periodo doveva gestire gli “equilibri”. In pratica mettere d’accordo tutti coloro che si erano rivolti a lui per entrare in curva.

Gli "equilibri" da rispettare
Finché c’è Totò in curva non c’è spazio per altri. Il 27 luglio avvviene l’incontro nel garage di Bellocco. Ci sono i capi della Nord, Ferdico e Beretta, Daniel D’Alessandro “Bellebuono”, Domenico Sità e Salvatore Paolillo. Sità è tra coloro che sono finiti agli arresti il 5 maggio insieme ad altre sei persone. Il piano è uccidere Beretta. Bellebuono lo avvertirà e sarà Berro a uccidere Totò. Lo sappiamo. Prima del summit di luglio, però, come avevamo detto, uno della famiglia Cuturello va a incontrare uno dei Mancuso a Tropea insieme a Salvatore Paolillo. Possiamo solo fare delle ipotesi su quello che potrebbe essere stato il ruolo del clan nei fatti precedenti al 4 settembre. Cuturello ambiva a prendersi la curva Nord? È possibile. Bellocco forse voleva tutto per sé o non stava rispettando alcuni patti, o forse il business stava diventando troppo grande per lasciarlo a una famiglia ormai secondaria nelle gerarchie delle 'ndrine. Allo stesso tempo c'erano degli “equilibri” da rispettare. Detto in altro modo: Alfonso non poteva agire in prima persona. Meglio fare affidamento su qualcun altro. Bellebuono ha detto di aver avvertito Beretta per ricambiare un favore: Andrea lo aveva difeso in uno scontro con i tifosi dell’Atalanta nell’agosto del 2024. Ma è davvero solo questo il motivo? Da ambienti ultrà ci hanno detto che tutti stanno cercando D’Alessandro. Gente della curva e famiglie calabresi. Per alcuni, però, Bellebuono è già un pentito. Ferdico forse si pentirà e racconterà la sua versione. Resta un dubbio: che a dire qualcosa nell’orecchio di Bellebuono sia stato qualcun altro. Qualcuno che dalle retrovie sperava di arrivare ai vertici. Il tutto senza sporcarsi le mani.

Una nuova pista
Su tutte queste coincidenze la Procura sta indagando. Dalle voci che circolano sembra che le prossime mosse dei pm Paolo Storari e Sara Ombra saranno in Calabria, non a Milano. Inoltre, pare che le Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e di Catanzaro siano parte integrante delle indagini. È complicato capire tutto ciò che stava accadendo alle spalle della curva Nord. I nomi sono tanti, le circostanze difficili da decifrare. Ciò che non può essere escluso è che altre famiglie avessero puntato San Siro. Su tutte i Mancuso, a cui sono legati molti dei protagonisti di questa storia. Chi ha suggerito a Bellebuono di muoversi in quel modo? Marco Ferdico aveva avuto il consenso dei clan calabresi per organizzare l’omicidio Boiocchi? C’è qualcuno che voleva liberarsi dello stesso Bellocco? In passato ci sono stati vari pretendenti per il dominino della curva dell’Inter. Inizialmente, dopo la morte di Vittorio, si era mosso Mimmo Bosa, anche lui forte della protezione della criminalità organizzata calabrese. Poi Alfonso Cuturello e Antonio Favasuli. Il primo è legato proprio alla famiglia Mancuso. E se Beretta fosse stato attirato in una trappola, diventando a sua insaputa il braccio operativo di un progetto ideato da altri? I suoi ex compagni ultrà sono in carcere con accuse pesanti. Mauro Nepi ha parlato di lui così in aula: “Era un amico. Ha sempre guadagnato lui. Lui organizzava tutto, lui guadagnava su biglietti, merchandising, lui aveva contatti con personaggi legati alla 'ndrangheta, lui faceva le creste e noi siamo in galera”. Beretta si è pentito e con ogni probabilità uscirà presto. Marco Ferdico va verso l’ergastolo, ma nel frattempo è diventato di nuovo padre: suo figlio si chiama Antonio, come Bellocco. Forse un omaggio all’amico scomparso, forse un messaggio per i clan. In tutto questo va fatta attenzione a una nuova pista in cui c’è un nome chiave: Alfonso Cuturello.
