È morta quasi sul colpo Cecilia De Astis, 71 anni, investita nel pomeriggio di ieri in via Saponaro a Milano. La donna stava camminando lungo la strada quando un’auto, con targa francese e risultata rubata, l’ha colpita. A bordo del veicolo c’erano quattro giovanissimi — tre maschi e una femmina — tutti di età inferiore ai 14 anni e residenti in un campo rom. Dopo l’incidente, il gruppo ha abbandonato l’auto ed è fuggito a piedi. Gli investigatori sono riusciti a rintracciarli in breve tempo: sono in corso le operazioni di identificazione e le perquisizioni. La donna è stata investita in via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio di Milano, da un’auto Citroën Ds4 con targa francese risultata rubata. “Eravamo tornati da un giro in centro, erano le 20. L’auto era scomparsa. Era ancora piena di bagagli. L’abbiamo ritrovata ora. Siamo sotto choc, increduli”, hanno dichiarato i figli.

Cecilia De Astis era nata a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. Nel 1986 aveva lasciato il paese d’origine insieme al marito per trasferirsi a Milano, dove aveva costruito la propria vita. La Puglia restava però un punto di riferimento: vi tornava spesso e aveva programmato di farlo anche quest’estate, salvo poi decidere di rimanere in città. Al momento della tragedia, era appena uscita dalla Casa della Solidarietà dei Fratelli di San Francesco, un luogo di incontro che frequentava di recente nel quartiere Gratosoglio. L’impatto non le ha lasciato scampo: è morta quasi all’istante. Sul posto sono arrivati subito i figli, ai quali gli inquirenti hanno restituito gli oggetti personali che la donna portava con sé. Oggi in pensione, Cecilia aveva lavorato per molti anni nello storico cotonificio Cederna, situato proprio nella zona in cui è avvenuto l’incidente. Appassionata di viaggi, amava scoprire il mondo e custodiva i ricordi delle sue esperienze nelle foto che pubblicava sul proprio profilo Facebook. “Fatevi un esame di coscienza”, hanno detto i figli di De Astis, Gaetano e Filippo, rivolgendosi ai passeggeri dell’auto, “Tutti hanno fatto bravate, ma non così. Costituitevi”. Essendo minori sotto i 14 anni, i responsabili non potranno essere giudicati penalmente. La giustizia minorile potrebbe disporre nei loro confronti interventi di tutela e percorsi rieducativi.
