È dura la vita, in Italia, per chi prova a difendere sé stesso o i propri beni da qualche aggressore o da qualche ladro. L’ha scoperto anche Stephan El Shaarawy, ventottenne attaccante della Roma, che risulta essere indagato dopo aver sventato il tentativo di furto della sua Lamborghini Ursus da parte di un cileno, che peraltro per quel fatto è già stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione.
Come si dice in questi casi, si tratterebbe di “un atto dovuto in attesa di ulteriori accertamenti”, sulla base dei referti medici presentati da José Carlos Aliaga Sagardia, che prima di finire in camera di sicurezza (era il 12 febbraio) e poi ai domiciliari si era fatto medicare all’ospedale Sant’Eugenio. “Prima prognosi di sette giorni – riferisce il Corriere – con rifiuto del cileno di sottoporsi alle radiografie, poi salita a 60 giorni, con altri due certificati il 14 e il 15 febbraio. Da qui l’accusa al calciatore di lesioni gravi, mentre Sagardia, assistito dall’avvocato Veronica Paturzo, è stato condannato a un anno e mezzo per tentato furto. Ma le indagini coordinate dal pm Carlo Villani sono soltanto all’inizio. All’epoca dei fatti in via Sudafrica intervennero le pattuglie della polizia per prendere in consegna il cileno, inseguito e bloccato dal giocatore giallorosso che poco prima lo aveva sorpreso a rubare nell’abitacolo del Suv. «Mi ha picchiato», l’accusa rivolta subito dal ladro a El Shaarawy che gli era effettivamente saltato addosso per fermarlo. Tuttavia ci sono due testimoni che hanno raccontato di aver prima udito le grida del giocatore mentre rincorreva il cileno sul marciapiede e quindi visto lo stesso Sagardia che si sferrava da solo pugni al volto prima dell’arrivo della polizia. Una messinscena per aggravare la posizione del giocatore e puntare a un cospicuo risarcimento danni? E quelle gravi lesioni, descritte però dai medici del pronto soccorso conseguenza solo di «un politrauma contusivo ed escoriativo» con qualche abrasione (guaribili appunto in una settimana?), risalgono davvero al 12 febbraio o sono successive?”
Vada come vada (e in ogni caso per El Shaarawy ci saranno come minimo costi, seccature e mal di testa), una situazione che appare paradossale. E non è certo la prima volta che la vittima rischia di passare guai giudiziari analoghi (se non maggiori) rispetto a quelli dell’assalitore.