Basterebbe riportare due dichiarazioni. La prima di Sainz: “Che noia, potevamo osare di più”. La seconda di Leclerc: “Brutta sorpresa l’Alpine così”. Sono utili a capire il clima che si respira in casa Ferrari. E che fa ben comprendere anche il paradosso che si è consumato in una delle gare decisive per aggiudicarsi almeno il terzo posto dei Costruttori (che si contende con McLaren). Nell’ultimo Gran Premio, le rosse si sono piazzate al settimo e all’ottavo posto, allungando di 10 punti. Ora la Ferrari ne ha 39,5 di vantaggio. Ma quel che ha stupito è la gara conservativa adottata: “Non è che non avremmo potuto andare più forte di così, era possibile – ha spiegato il team principal Mattia Binotto – ma non volevamo farlo per non rischiare forature”. C’è invece chi lo ha fatto e ne ha pagato le conseguenze, come Norris e Pierre Gasly che hanno bucato.
La Ferrari, invece, ha ricordato il detto popolare “chi va piano va sano e va lontano” e così ha ottenuto quel che voleva: “Un settimo e un ottavo posto – ha proseguito Binotto - non son certo piazzamenti a cui uno ambisce. Sapevamo che questa sarebbe stata una pista difficile per l’usura gomme. E che la nostra macchina è quella che quest’anno ha sofferto tanto dello stesso problema, come al Paul Ricard. Rispetto ad allora abbiamo imparato a gestire meglio la situazione. Quindi fin dal primo giro abbiamo chiesto ai nostri piloti di non spingere, di non farlo mai, se non negli ultimi dieci giri".
Anche per questo si è sentito Sainz dire che “è stata una gara noiosa. Ma avevamo molta paura per le gomme anteriori. Le analisi poi ci hanno detto che forse avremmo potuto spingere un po’ di più” oppure Leclerc rintuzzare: “La brutta sorpresa è stata vedere l’Alpha Tauri e l’Alpine che andavano così forte”. Ma non tutto il male viene per nuocere, come ha dimostrato la strategia Ferrari: “A esser sinceri – ha concluso Binotto – ora che abbiamo consolidato il terzo posto, non vediamo l’ora di finirla, questa stagione”.