In una MotoGp in cui Valentino Rossi va verso l’addio, stiamo per perdere anche l’ultimo dei piloti che hanno caratterizzato un’epoca del motomondiale. Proprio nel weekend dove The Doctor ha annunciato il suo ritiro, per una serie di combinazioni però ci siamo trovati con Pedrosa a correre come wild card con Ktm e Cal Crutchlow come sostituto dell’infortunato Franco Morbidelli. Una boccata d’aria per noi puristi del motorsport, perché diciamolo chiaramente: i piloti della generazione uscente hanno lasciato un segno talmente grande e bello in tutti i fan di qualsiasi età, hanno stravolto le nostre domeniche, hanno portato spensieratezza nelle nostre case e quindi ancora non siamo pronti a lasciarli andare via per dare campo libero a piloti della nuova scuola come Jorge Martin o Fabio Quartararo.
È vero, gli anni passano e anche le generazioni cambiano: ma un ritorno in stile Fernando Alonso con Alpine in Formula 1 ce lo meritiamo anche in MotoGp. Che sia Pedrosa, o magari Dovizioso o Lorenzo, si tratterebbe comunque di uno di quei piloti che hanno detto basta troppo presto ma che avrebbero ancora molto da dire e soprattutto da guidare.
Le premesse, nel caso di Pedrosa, ci sarebbero, perché in Austria, dopo due anni di assenza, ha disputato ottima gara, nonostante lo spaventoso incidente di cui è stato protagonista che ha portato alla bandiera Rossa. Dani è caduto, ha cambiato moto, è tornato in pista e ha ben figurato.
Merito anche della sua esperienza: “Dopo la seconda partenza – ha detto Pedrosa – nonostante abbia cambiato moto ero molto concentrato. La seconda aveva l’assetto da bagnato e ho avuto anche dei problemi durante le prove, ma mi sono detto di stare tranquillo e di prenderla con calma, ma quando mi sono schierato per partire ho sbagliato e non ho impostato bene il device di partenza, quindi non sono partito benissimo e alcuni mi hanno sfilato, ma non mi lamento di questo, volevo solo fare la gara”.