Avete cancellato il vostro profilo X per protesta contro Elon Musk? Sappiate che è stata la scelta peggiore che potevate fare. Sul social che è l'ombra nera di Twitter si trovano infatti alcune sacche di resistenza incredibilmente spassose che non potete trovare altrove. Carlo Cottarelli, per esempio: ex senatore Pd, ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale e Cavaliere della Repubblica, ha attaccato la “lobby delle catene da neve” e no, altrove non lo avreste potuto leggere. L'assunto di base è il cambiamento climatico: nel suo tweet, ci piace ancora chiamarlo così, ha scritto che “Dal 15 novembre al 15 aprile c'è l'obbligo di gomme o catene invernali. In Italia la neve non si vede quasi più in pianura. Che senso ha? Un favore a lobby produttori di catene? Ma tanto chi lo rispetta, se non chi noleggia un'auto e paga un sovrapprezzo? Inutile burocrazia”. Lapidario, anche se già che c'era avrebbe potuto mettere in mezzo al complotto la lobby dei gommisti, dei meccanici e dei produttori di pneumatici. Magari anche la potente e temutissima loggia degli spazzaneve e degli spargisale, una vera e propria massoneria stradale. Un complotto in piena regola, complici i poteri forti, la Motorizzazione Civile e la Polizia Stradale. Volendo ci si può infilare anche le scie chimiche degli aerei che fanno nevicare quella volta l'anno, dalla Pianura Padana ai Nebrodi, tanto per giustificare l'acquisto delle inutili catene. Per fortuna X non è diventato un social abbandonato alla propaganda trumpista e ai complotti: qualche mente scientifica è rimasta.
Il dottor Burioni risponde al suo amico Cottarelli, in merito alle catene. Ottimo: un fondamentalista della scienza che interviene contro il complotto! Uno stimato medico e professore del San Raffaele come lui, cosa dirà sulla lobby delle catene da neve? Ecco cos'ha detto: “Carlo, il mio gommista mi ha detto che le gomme invernali sono più sicure anche con le temperature molto rigide che comunque caratterizzano i nostri inverni. La spesa in più è minima, perché ho due treni di gomme che durano il doppio, giusto quello che si spende per cambiarle”. Che dire, da Big Pharma a Big Gomma il passo è breve: Burioni difende la loggia dei gommisti e consiglia allo smaliziato Cottarelli di cambiare gli pneumatici perché andrebbero meglio con le temperature rigide? Allora aveva ragione l'inascoltabile climatologo mancato Pucci che il cambiamento climatico era una cretinata? Cottarelli comunque decide di rispondere all'amico Burioni.
“Caro Roberto, allora semmai il vincolo dovrebbe essere di montare gomme invernali non di tenere catene nel bagagliaio che certo non servono a non scivolare. Noterei anche che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in diverse province del Canada e tanti altri paesi non ci sono obblighi di pneumatici invernali”. Niente, quella delle catene è davvero una fissa, e magari qualcuno dovrebbe spiegare al Cavaliere che chi vive in zone dove non nevica quasi mai magari preferisce comprare le catene perché costano meno rispetto alle gomme. Ma il capolavoro arriva dai twittaroli doc, quelli sempre pronti a sfottere chi scrive dei contenuti del genere. Un utente commenta: “La famosa lobby dei produttori di catene. Ecco il loro capo”, e mette una foto di Mister T, famoso per lo sfoggio di catenacci in oro massiccio al collo. Altri scrivono che “non può essere un tweet vero”, o paragonano il profilo di Cottarelli alla bocciofila o al “loggione dei nonnini del Muppet Show”. Altri lo paragonano a Claudio Borghi, il leghista principe dei complotti su X. Un altro propone a Cottarelli di collaborare in formula 1 con Mario Isola, direttore di Pirelli Motorsport, che sta cercando un esperto di gomme. Ma saranno tutti schiavi dei poteri forti e della lobby: come Cottarelli saprà bene, la verità non si mette in catene. Una domanda finale: se i negazionisti del vaccino erano no-vax, i complottisti delle catene come li dovremmo chiamare?