È arrivata la firma. Dopo vari tira e molla che vanno avanti da inizio agosto, Fulvio Macciardi, ex sovrintendente al Teatro comunale di Bologna, è diventato ufficialmente sovrintendente a Napoli della Fondazione San Carlo. Sono passati sette mesi dalla fine del mandato del suo predecessore, Stephane Lissner, e vi abbiamo raccontato cosa ha bloccato la nomina del suo successore: interessi personali, amichettismo e, dopo la nostra inchiesta, anche un’indagine della Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri. Nella stessa procura, poi, i vari dirigenti della Fondazione sarebbero stati ascoltati, generando non pochi malumori al San Carlo, dove alcuni sarebbero stati visti litigare, altri piangere e altri minacciare querele. Un gioco che è stato bello finché è durato e che si sta trasformando ora in un Hunger Games tra alleati politici e “infami”, cioè quelli che avrebbero parlato, confessando tutto ciò che abbiamo scoperto: tre persone, tre testimonianze, che hanno sbloccato completamente l’inchiesta (tant’è che sarebbe arrivato almeno un avviso di garanzia in Fondazione nelle scorse settimane).
Ora Macciardi parla di spoil system, e cioè dell’auspicato repulisti che dovrebbe seguire a un’inchiesta passata dai giornali (anzi, da un giornale, il nostro) alla Procura e alla Corte dei conti. Riuscirà a farlo? Con la benedizione del Ministero della Cultura forse sì, mentre, pare, che all’annuncio dello smaltimento di nomine controverse il Teatro si è svuotato. Macciardi dovrà affrontare, probabilmente, questa sfida da solo, sostenuto semmai da molti lavoratori e dipendenti (non dirigenti) del San Carlo, che da tempo ci hanno appoggiato durante questa storia. Manfredi, nel frattempo, pare aver ceduto, ma la resa è una questione di punti di vista e il sindaco di Napoli lo sa. A che livello sta lavorando, ora, per garantirsi potere e consenso all’interno dell’ente lirico-sinfonico? La partita, come vi abbiamo spiegato, si era spostata a livello regionale, ma ora che il Sovrintendente, vicino a Fratelli d’Italia, dovrà insediarsi, si tratterà di vedere quali figure amiche di Manfredi potranno mantenere il posto.

Auguri a Macciardi e un breve promemoria per lui: Emmanuela Spedaliere è stata, come spiegato, nominata Direttrice generale, carica inventata, e avrebbe dovuto concludere, secondo relazione del Mef, il suo mandato in contemporanea a Lissner (e quindi il 31 marzo); Ilias Tzempetonids, allo stesso modo, è stato portato da Lissner al San Carlo, dopo l’esperienza insieme a La Scala di Milano, con una carica non presente nell’organico, diventando di fatto il braccio sinistro (il destro era Spedaliere). Lui e Spedaliere, in questi mesi di interregno, hanno di fatto controllato al Fondazione. Il figlio di Spedaliere, Michele Mangini Sorrentino, è stato nominato Direttore artistico delle Officine San Carlo, senza concorrenza, e potrebbe essere qualcosa di poco chiaro con il suo doppio incarico, dal momento che è attualmente anche docente di conservatorio a Pescara, prima a Benevento, e non si trova l’autorizzazione prevista dalla legge per poter avere attività diverse dall’insegnamento (inoltre, pare fatturare al San Carlo tramite la sua società, Emmeemme srls, nonostante il contratto sia a suo nome; come mai?).
A scendere, Fedora Sorrentino ha ricevuto un incarico alla produzione artistica, sotto Tzempetonidis, altra carica inventata. Maria Pia Gaeta è un gran mistero: diplomata come perito informatico è diventata sia Responsabile delle Risorse umane, l’area più a rischio corruzione, sia Responsabile alla trasparenza, l’organo che vigila sulla corruzione in Fondazione. Poi c’è il caos delle masterclass di Jonas Kaufman, il contratto per la Bohème guarda caso con la compagnia teatrale del festival tirolese che vede nel board sia Kaufman che Ilias Tzempetonidis; c’è anche Almerinda Padricelli, Responsabile alla sicurezza, vincitrice di un bando il cui colloquio venne fissato di domenica. E poi Viviana Jandoli, figlia del dirigente di Banca d’Italia, Raffaele Jandoli, assunzione arrivata dopo due bandi andati male e per nomina diretta, in contemporanea a delle donazioni liberali arrivate da Banca d’Italia (80 mila euro in totale) che, secondo un esposto presentato in Procura dai lavoratori del San Carlo, sarebbero state fatte proprio dal padre. Maestro Macciardi, come vede c’è fin troppo da fare.
