Tra coltelli, file usb e furgoni sequestrati, il dolore resta. E “Chi l’ha visto?” continua a fare quello che gli altri evitano…
Federica Sciarelli riapre “Chi l’ha visto?” con la calma chirurgica di chi da anni maneggia dolore e mistero. Quattro casi, tutti diversi. Ma in fondo simili: persone che scompaiono, piste che si confondono, giustizia che si perde per strada. Si comincia da Garlasco. Il caso del delitto di Chiara Poggi non è finito. Anzi. Secondo la Procura, Andrea Sempio non è solo un nome secondario nei titoli di coda: potrebbe essere stato lì, insieme ad Alberto Stasi. O al posto suo. O con qualcun altro. È un’ipotesi che suona come una bomba e che impone di rivedere tutto: la scena del crimine, la dinamica e i moventi. Le mani insanguinate, il dispenser mai pulito, e soprattutto quel file nella chiavetta USB di Chiara: un documento su presunti abusi in ambienti religiosi. Un dettaglio passato sotto silenzio, ma che ora riaccende i riflettori. Poi Trieste, con il giallo cupo di Liliana Resinovich. La procura accusa il marito, Sebastiano Visintin: per loro avrebbe ucciso Liliana nel parco dell’ex ospedale psichiatrico il giorno stesso in cui è scomparsa.

Ma lui si dice innocente. E mentre l’amante Claudio Sterpin rivela che lei voleva lasciarlo, spuntano tre coltelli sequestrati in casa. Troppe ombre, troppe versioni. Si passa a Clara Rossignoli, scomparsa e subito ridotta a macchietta: alcol, furti, stranezze. Tutto smentito. A parlare sono le persone che l’amavano. I sospetti vanno altrove: sul nipote e sulla sua ex compagna. Un furgone sequestrato, una traccia di sangue, forse di Clara. La nonna generosa che non si trova più. Infine, il mistero di Maria Denisa Adas, escort scomparsa da un residence a Prato. Il telefono ha squillato due volte, ma forse non era lei. E ora la madre – che ha denunciato per prima la scomparsa – è indagata per false dichiarazioni. Un caso che rischia di esplodere oltre i confini italiani. Sono sparizioni. Ma anche ferite. Storie di corpi che non tornano e verità che non si vogliono dire.
