Fernando Alonso che non smette mai, neanche per un secondo, di essere Fernando Alonso.
Lo spagnolo quasi 40enne ammette di essere tornato in Formula 1 per il desiderio di vincere, e non di fare numero e presenza, di voler rimanere in pista fino al 2024, e - interrogato sul difficile inizio di stagione di Lewis Hamilton - alza la cresta e riporta a galla un passato ormai lontano, in McLaren, fatto di lotte tra compagni di squadra, dispetti, dimostrazioni.
Due leoni nello stesso box, a dividersi lo spazio vitale, con un Lewis giovanissimo ancora molto lontano dall'essere il sette volte campione del mondo che oggi è. Il battesimo del fuoco di Hamilton che, da quel primo anno difficile in cui sfiorò il titolo all'esordio in carriera, restò segnato per sempre.
Hamilton che lì ha imparato a perdere, prima di iniziare a vincere.
Un tempo lontanissimo sembra dividere oggi questi due Hamilton. Quello giovane, timido, degli esordi in McLaren e quello impegnato, sicuro, dei suoi sette mondiali che in questa stagione potrebbero diventare otto.
A dividerli un solo nome: Max Verstappen. Questa volta, al contrario di allora, il leone più giovane non è più il britannico. Non è Hamilton quello con la fame vera e con tutto ancora da dimostrare.
E a dare ordine alle gerarchie di questa nuova sfida - uno scontro che tutti stavamo aspettando - ci pensa Fernando Alonso. L'uomo che prima di tutti gli altri ha dovuto fare i conti con Hamilton: "Lewis non è mai stato invincibile. Ma prima ha dovuto vincere contro il suo compagno di squadra mentre ora deve vincere contro un’altra macchina. Con Red Bull che a volte sarà più veloce, a volte più lenta. Entrambi sono a un livello molto elevato. Quando Mercedes va un po’ meglio in un weekend, Verstappen fa ancora qualcosa al di fuori della normalità nella lotta. Entrambi hanno alzato il livello e questo è interessante, credo veramente che Max quest'anno possa batterlo. Vedremo quali saranno gli sviluppi della stagione".
La panoramica di Alonso sul mondiale, attenta e oggettiva, tocca l'essenza di Hamilton e la sua aurea di divinità che in questi anni lo ha accompagnato. Ma no, dice Alonso, nemmeno lui è invincibile. Non lo è mai stato. E la lotta questa volta è finalmente aperta.