Carlos Sainz assomiglia alla versione più felice ed entusiasta di tutti noi. Quando dobbiamo iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa che abbiamo atteso per tanto tempo, forse per una vita intera. Per lui la Ferrari rappresenta semplicemente questo: il sogno di sempre che si avvera. Lo ha detto più volte, che correre con la Rossa di Maranello, è sempre stato il desiderio del Carlos bambino e che lasciare la McLaren, seppur competitiva e in crescita, non è mai stato paragonabile con la possibilità di correre in Ferrari.
Così il suo entusiasmo da primo giorno di scuola, notato sui social perché fin troppo evidente, diventa quasi commovente. Lo vediamo commentare i post della scuderia, tra gli auguri a Michael Schumacher e quelli addirittura al tricolore italiano, che hanno sortito ogni genere di risposta ironica.
Qualsiasi cosa, dai video del primo giorno ai selfie in fabbrica, passando per le fotografie più istituzionali, fa trapelare il suo entusiasmo, la sua voglia di scendere in pista vestito con i colori della scuderia più iconica della storia della Formula 1.
Un sentimento che accompagna con le parole delle sue più recenti interviste, in cui si è detto convinto di poter portare un buon clima in Ferrari, di poter lavorare bene al fianco di Charles Leclerc e, allo stesso tempo, di non essere preoccupato dai recenti problemi della Rossa: non dalla poca competitività della macchina, che secondo lo spagnolo è destinata a migliorare, e certo non da come la maggior parte dei ragazzi sono usciti dall'esperienza in Ferrari, che nel tempo si è conquistata la fama di mangia-piloti.
Sainz è semplicemente felice di aver realizzato il sogno della sua vita, e non si pente di aver lasciato una realtà storica, solida e in crescita come la McLaren. Perché a questo servono i sogni: a prendere decisioni di pancia, a far provare un entusiasmo fondamentale nella vita, nello sport, nel proprio lavoro. E di questo la Ferrari, oggi che naviga in acque agitate, ha bisogno più che mai. Serve questa felicità, la gioia di vestirsi di rosso ed essere finalmente un uomo Ferrari.