Marc Marquez è noto agli appassionati per essere un pilota sorridente. Lo è da sempre, sia quando le cose vanno bene che quando vanno male, al punto da sembrare una forzatura. Nel suo ultimo post sui social però, il fuoriclasse spagnolo è tremendamente serio. Ha la scritta ‘confianza’ sulla fronte - ‘fiducia’ in spagnolo - e sembra quasi invecchiato di colpo: “Per competere, nella mia mente ho fiducia”, ha scritto Marquez. “È importante esprimere ciò che ci portiamo dentro, soprattutto tra i bambini e gli adolescenti per porre fine a questo tabù. Approfittiamo del #WorldMentalHealthDay, perché anche quello che è #InMyMind è importante”.
Questo perché, dal 1992, il 10 ottobre è la giornata mondiale della salute mentale, argomento che mai come ora ha un ruolo fondamentale nel mondo dello sport. Lo abbiamo visto nel tennis con Naomi Osaka, con Simone Biles a Tokyo 2020 e, più recentemente, con Lando Norris in Formula 1. Gli atleti soffrono per mille motivi. Spesso diventano campioni prima di essere adulti, vengono attaccati brutalmente sui social, si sentono dire che vivere un sogno è una responsabilità. Una fortuna che va ripagata a tutti quelli che non ce l’hanno fatta con un comportamento che, il più delle volte, non è di questo mondo: li vogliamo perfetti nelle interviste e nelle prestazioni, ma anche nel modo di vestire e di porsi con i fan. Tutto dev’essere giusto, corretto, dentro il recinto.
Marc Marquez, in un anno passato tra dubbi e dolore, qualcosa deve averlo provato. A raccontarlo, in un’intervista a Speedweek dopo la vittoria al Sachsenring, era stato lui stesso: “Ho eliminato tutte le app di social media dal mio telefono, ho inviato le foto e i testi che volevo pubblicare a un gruppo WhatsApp e qualcun altro li ha postati per me. Non ho mai fatto niente del genere prima, ma dovevo farlo. I social media possono essere un disastro per gli atleti e lo è stato anche per me. Se avessi iniziato a pensare a tutte le notizie… Volevo concentrarmi esclusivamente sul mio lavoro”. Ci volevano fiducia e la mente sgombra. Ora, dopo una vittoria ad Austin che lo spagnolo ha descritto come “meglio di un titolo”, ha voluto metterci la faccia. E scriverci sopra che ci vuole fiducia.