Nel cuore incandescente di agosto, mentre tutti cercano ombra e silenzio, la cronaca nera riaccende i riflettori su uno dei casi più controversi d’Italia: l’omicidio di Chiara Poggi, la ragazza uccisa nella sua villetta di Garlasco nell’estate del 2007. A far tremare le fondamenta del processo che ha portato alla condanna del fidanzato Alberto Stasi, ora è la possibile riesumazione della salma di Chiara. A dirlo non è Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara indagato per concorso in omicidio, che a Zona Bianca ha lanciato la bomba: “Premesso che la professoressa Cattaneo è un medico legale e non è di dinamica processuale, secondo me la nomina di questo ulteriore consulente tecnico fa ritenere che si viaggi verso la riesumazione della salma di Chiara Poggi”. La procura di Pavia ha infatti affidato nuove indagini a Cristina Cattaneo, anatomopatologa tra le più autorevoli in Italia. E questo, per molti, significa una cosa sola: si torna a scavare. Letteralmente. A domanda se la Cattaneo possa lavorare solo sui dati esistenti, Lovati taglia corto: "Non servirebbe assolutamente a nulla. A prescindere da tutto, ribadisco che si andrà verso la riesumazione della salma. E comunque, non vedo nulla che possa né aiutare né danneggiare la posizione del mio assistito.”

E proprio su Andrea Sempio, Lovati non nasconde lo smarrimento: “L'indagato è Sempio, ma non ho ancora capito il perché? È dall'inizio che non l’ho capito.” A cercare di spiegare c’è Ilaria Cavo, di Noi Moderati: "Non c’era altro modo per indagare Sempio se non in concorso con Stasi. È un tecnicismo giudiziario.” Poi, su Cristina Cattaneo: “È un luminare. È giusto aspettare gli esiti, ma non possiamo dimenticare tutto ciò che già c’è: consulenze, sentenze chiare, basate più sulla logica degli indizi che sulla scienza. È corretto dare rilievo alla parte tecnica, ma bisogna sempre inserirla in un quadro più ampio.” Il punto, però, resta: ci sono altre persone coinvolte? Due, tre? Un nuovo “Ignoto”? La recente ipotesi che ci fosse un “Ignoto 3” si è già sgonfiata: “Era una contaminazione, non c'entra con la scena del crimine, non dimostra la presenza di altri,” chiarisce ancora Ilaria Cavo. E conferma il legale di Stasi, Antonio De Rensis: “Ignoto 3 non c'entra assolutamente nulla. L'indagine è nata senza, proseguirà senza e si concluderà senza.” Ma se i RIS di Cagliari, impegnati nella BPA (la mappatura delle macchie di sangue nella casa), confermassero la presenza di più persone? Brindisi lo chiede a De Rensis: “Potrebbe esserci un collegamento tra la nomina della Cattaneo e la BPA. Se quest’ultima, che dovrebbe arrivare a settembre, rilevasse più presenze, allora il lavoro della professoressa potrebbe blindare quella risultanza. Ma al momento sono solo ipotesi.”

