“Non mi rompere le palle”. Paolo Sorrentino nelle sue apparizioni in pubblico è l'emblema della calma e della tranquillità. Ci vuole un certo talento per farlo incazzare. Ci è riuscito Mozzy, un giovane palermitano che, giocando in casa nella sua città, ha inseguito il regista premio Oscar allo sfinimento. Il motivo? Voleva fargli una domanda. Quale sia questa domanda, non si capisce nemmeno tanto bene. L'unico quesito che Mozzy riesce a sottoporre a Sorrentino, mentre questo è seduto al bar, è la seguente: “Sei il regista di Quarant'anni vergine?”. Ovviamente non è lui, il regista, e sarà per questo che si è incazzato. Ma non solo, perché poi il giovane youtuber lo segue importunandolo, come se fosse la versione di Temu, ma non troppo, di un servizio delle Iene o di Striscia la Notizia. “Le romperò le palle tutta la sera”, promette Mozzy al regista della Grande Bellezza, che gli risponde con un “però non mi puoi perseguitare”. Sorrentino era nel capoluogo siciliano per presentare Parthenope, il suo ultimo film, in un paio di sale cinematografiche. Mozzy lo ha tampinato in entrambe le occasioni, seguendolo con la caparbietà di uno stalker professionista e con l’appiccicume di una piattola, cercando di parlare con lui e filmando tutto. Si sarebbe scocciato anche il Papa, probabilmente. Nel secondo contatto avuto con il regista, Mozzy dice: “Io ho bisogno di avere una conversazione con lei”. Sorrentino gli risponde, pacatamente innervosito: “Se sei così opprimente però avrai da me un rifiuto netto”.
Mozzy insiste, e Sorrentino gli spiega in maniera molto zen che loro due hanno già parlato nell'altro cinema: “Che ti devo dire?”. “Ma non abbiamo parlato”, gli risponde il ragazzo per poi citare un passaggio del suo “È stata la mano di Dio”: “Mi sento come Fabietto con Capuano”. Sorrentino controbatte sconsolato: “Ma questa è la vita reale. Che posso fare per te? Poi stai sempre a filmare”. Una gran seccatura in una serata che, a quanto si apprende, non è stata proprio fortunata per Sorrentino. Un articolo pubblicato da Repubblica ha parlato di un regista visibilmente infastidito già durante la presentazione, al punto di lasciare la sala dopo soli dieci minuti dall'inizio del dibattito. Sui social sono partiti i commenti di critica, anche se Sorrentino poi ha negato: “Non mi sono infastidito, è stato un dibattito solo un po’ irrituale perché ho chiesto al pubblico di fare le domande prima di vedere il film. Ma non è successo niente”. Niente, a parte Mozzy. Sarà stato lui la causa del cattivo umore del regista?
Ma chi è il ragazzo che ha infastidito Paolo Sorrentino? "Tipo Andrea Diprè ma più giovane", recita la sua bio su Youtube. Mozzy è palermitano, e gira la maggior parte dei suoi video nel corso principale del capoluogo siciliano, in mezzo al cosiddetto passìo, la passeggiata. Ha diciotto anni ed è stato orgogliosamente bocciato tre volte, perché ha il problema della procrastinazione. La sua specialità, lo si è visto con Sorrentino, è fare domande assurde alla gente. Prende i personaggi più particolari che trova in giro e gli chiede se hanno mai fatto uso di Guè, ottenendo risposte ovviamente assurde sulle droghe. Oppure, “lei ha mai utilizzato un outfit?”. Risposta: “No, cioè, l'ho assaggiata qualche volta”. In altri video balza alle spalle dei passanti spaventandoli, cantando il ritornello della canzone di Travis Scott: Fein, Fein, Fein. Il tocco di classe qui è quando gli dicono: “Continua così che prendi la pensione”. Ferma un signore di mezza età e gli chiede se preferisce le baddie o le hoe, ricevendo una disquisizione morale sugli outfit. Il trucco comico è un po' quello delle interviste di Cristiano Militello quando chiede di salutare la Hunziker sapendo che le persone a cui lo chiede non sanno chi sia. Soltanto, Mozzy lo applica chiedendo cose relative alla cultura giovanile, oppure punta sul far incazzare la gente, ma non troppo, come il Frank Marano degli esordi, maestro del genere, quando faceva le scoregge sulla gente. Ed è stato così anche con Sorrentino: Mozzy non voleva intervistarlo, voleva solo avere il potere di farlo innervosire.