Il rock non solo non è morto, ma sta tornando in classifica. La vittoria dei Maneskin a Sanremo poteva rappresentare la classica “rondine che non fa primavera” e invece nel mondo della musica, a partire dai produttori, si è tornato a investire su un genere che sembrava ormai relegato ai vecchi Cd (o vinili) dei nostri genitori. Un esempio è rappresentante anche dal ritorno di Timothy Cavicchini, uno al quale il rock scorre nelle vene da quando ha iniziato a emettere i primi vagiti da neonato.
Mantovano, vive a Verona, 36 anni, ha tutte le caratteristiche della provetta rockstar: voce graffiante, fisico prestante, capello (biondo) lungo e sguardo ammiccante in grado di stregare le fan. Ma soprattutto riesce a mettere nella sua musica l’energia tipica che il genere richiede per scatenarsi. Queste caratteristiche lo hanno portato alla finale di The Voice e a diventare il giudice della trasmissione All Together Now con Michelle Hunziker e J-Ax. Ma il richiamo della “foresta” è troppo forte, per cui con il ritorno dei live si sta preparando a tornare alle origini.
Lo abbiamo incontrato, scoprendo che durante la pandemia ha persino lavorato come rider.
Un continuo saliscendi: come nel rock, come nella vita. L’importante “è non mollare mai”.

Timothy, prima di tutto come hai vissuto quest’anno senza musica live?
Dire che è stato un incubo è poco. Ha spazzato via anni di investimenti e per chi come me non ha un’etichetta, restare su col morale è stata la vera sfida.
E a livello umano, cosa è stato più pesante di questa pandemia?
A livello umano senz'altro la distanza con i propri fan e amici, vera benzina per chi fa questo lavoro. Ma non suonare in elettrico da mesi è davvero frustrante.
Ho visto sui tuoi social che stai lavorando come rider. Come mai questa decisione?
In realtà qui di decisione c'è davvero poco. Un amico ha aperto una nuova pizzeria a domicilio e a me è venuto automatico offrirgli il mio supporto. Sono terrorizzato dall'idea di non riuscire a mantenere la mia famiglia.
Raccontaci un po’ questa esperienza, che hai descritto anche in un post.
In realtà ho avuto fin dall’inizio del secondo lockdown la necessità di creare una nuova forma di sostentamento, tuttavia, ho cercato un mestiere che non mi occupasse troppo la mente, che mi desse la possibilità di continuare a pensare a come reimpostare il mio lavoro principale.
Ora però torni con un nuovo progetto musicale.
Sì, con la nuova band è la mia ripartenza. Ho cercato con tutte le forze di non morire come artista, ho lavorato tantissimo con Nicolò Fragile, mio producer, ad un nuovo lavoro discografico. Il singolo nuovo che uscirà a breve è una provocazione. Parla di quanto siamo disposti a mascherare di noi, per sentirci parte del mondo a cui ambiamo. Sembra un ossimoro, ma se ci pensate è proprio così. Spesso rinunciamo al meglio di noi, per inseguire una chimera. Ho voluto a tutti i costi sottolineare come, alla fine, comunque il talento autentico trovi la capacità di sfociare.

Immagino che dietro ci sia qualcosa di ben più ampio, come un disco. Cosa puoi anticiparci?
Dire disco oggi è dire niente, diciamo che stiamo lavorando per creare un team di lavoro legato a questo sogno, un team fatto di amici veri, musicisti eccelsi, appassionati, la nostra piccola azienda ed oggi, non posso più accettare compromessi, ho già perso tutto in un anno. Devo rinascere.
Nel frattempo, questa estate sarai in tour con un progetto live intitolato “Ricomincio da me”. Si riferisce sempre a questa rinascita?
Ho finalmente ascoltato i consigli di chi mi segue da anni: punta a ciò che vuoi ed io voglio suonare e cantare la mia musica, anche se può voler dire ricominciare facendo qualche passo indietro.
Da dove trovi l’ispirazione per scrivere?
Ultimamente scrivo tantissimo, poi con questi telefoni di oggi è un doppio piacere, si registra in un minuto. Mi ispiro molto a ciò che assorbo ed elaboro durante la giornata. Sono quasi sempre contento di ciò che esce naturalmente, ma poi ci lavoro costantemente per migliorarlo.
C'è un tuo brano che ti sta più a cuore rispetto ad altri e perché?
Io sono innamorato di "Anestetico", incarna perfettamente quello che ho dentro, è lo stile di musica italiana che piace a me, ma soprattutto è lo stile del nuovo lavoro.
Qual è il tuo rapporto con le donne?
È cambiato molto nel tempo, mi piace essere dalla loro parte sempre e comunque e non l'ho mai nascosto. Sai tipo, sono come una sorta di consigliere che dispensa perle maschili per aiutare le donne...
Hai mai tradito?
Altro che, ma non ne vado affatto fiero.
E il posto più strano in cui hai fatto l’amore?
Penso ovunque sia possibile fare l'amore. Ah no, anche dove non sarebbe possibile.
Hai una compagna, ma sembri uno che di esperienze ne ha fatte parecchie in passato. Cosa ti ha conquistato di lei per farti mettere la testa a posto?
Mi ha sempre lasciato libero di scegliere e mi ha sostenuto per prima nei momenti difficili. È lei che ascolta per prima un mio nuovo brano e in più è una mamma splendida.
C’è una cosa che vorresti che in tuoi figli imparassero da te?
A non fermarsi mai, ad esprime sempre ciò che pensano e a imporre il proprio gusto.

Torniamo al rock. Dicevano che fosse morto, mentre invece ha vinto persino Sanremo. Che ne pensi del ritorno di fiamma per questo genere.
Non farei troppa pubblicità a chi ne ha quanta ne vuole (ride, nda). Sono contento, tuttavia, devo ammettere che già da qualche anno il rock partecipa a Sanremo. Ricordo Pelù nel 2020, Le Vibrazioni nel 2019 e ancora i Negrita o Ruggeri, insomma io ci ho sempre visto il lato rock a Sanremo. Ma se ritorna la fiamma, devo essere pronto, anche perché il rock è l'unica cosa che non mi delude mai.
Hai mai pensato di partecipare a San Remo?
Ho alle spalle una lunga serie di “no” Sanremesi. Almeno quattro ufficiali e uno ufficioso. Era il programma che guardavo con mia nonna, però è un gradino che vorrei scalare.
Ti piacciono i Maneskin?
Si, sono puri, acerbi e ruvidi, poco impostati. Fanno senz'altro bene alla musica italiana. Inoltre, non lo nego, che da un punto di vista più venale la speranza che servano a creare un vero e proprio “ritorno alle origini” mi alletta. Io un singolone power rock insieme a loro lo farei subito, poi tra animali da palco ci si intende, sono certo che sarebbe un successo assicurato.
A quali artisti ti ispiri?
Nasco dal grunge di Seattle, per cui Nirvana, Pearl jam, Alice in Chains, Soundgarden, Rage Against the Machine, mentre in Italia ero innamorato dei Timoria, di Piero Pelù, dei Subsonica, degli Afterhouors e dei Velvet.
Qual è la tua canzone preferita?
Sono molto legato a Cris Cornell, quindi direi "Like a Stone".
Con chi ti piacerebbe collaborare di artisti italiani?
Davvero tutti, mi piacerebbe contaminare le mie influenze. Se poi mi chiedi di sognare, Mina.
Chi è il più rock di tutti in Italia, ancora Vasco Rossi?
Senz'altro Vasco incarna più di tutti lo spirito libero di chi continua a sognare, restando sé stesso.
Mandagli un messaggio, non si sa mai che gli arrivi.
Vasco ti lascio le edizioni dei miei brani, lavoriamo insieme?

Tu hai partecipato a The voice, la prima edizione. Guardandoti indietro che esperienza è stata?
Senz'altro formativa, comunque toccare con mano quella situazione, stare con quelle persone, ti proietta in una dimensione eterea. Poi però servirebbe un manuale per un atterraggio dolce…
La consiglieresti a un emergente questa esperienza?
La consiglierei ad un artista che ha qualcosa da dire e che ha al proprio fianco gente fidata.
E dopo che cosa è successo, hai qualche rimpianto?
Non saprei cos'è successo, semmai cosa non è successo. Davvero in questo ambiente serve una conoscenza di tutto quello che c'è dietro che poco conta con la musica, purtroppo, ma con la gestione vera e propria di un marchio. Sì, siamo un marchio, un prodotto, siamo un mondo e dobbiamo imparare ad elevarci, ad elevare la nostra parte migliore, la nostra arte appunto. Potremmo incontrare nel nostro percorso persone che ci aiutano a perseguire degli obbiettivi, ma potremmo anche non incontrarle.
Ho notato che sei anche un grande appassionato di motori. Quali moto preferisci?
Fin da bambino "la moto" per me è Harley-Davidson e da qualche anno ne sono un felice proprietario. Da anni collaboro il marchio a Verona e “Assicuriamo la tua passione”, gruppo assicurativo dedicato. Giià questa è una soddisfazione, ora però vorrei suonare in ogni motoraduno del globo. È ma ci arriverò...
E le auto ti appassionano?
Sono praticamente nato nella carrozzeria di mio zio, l'amore per le auto è forse anche troppo forte, o meglio, dovrebbe essere sostenuto dall’acquisto di qualche vettura. Vorrei lavorare anche su questo. Amo il mondo dell'off road, fra jeep, rally e americane, ma non nascondo che ho militato per anni i raduni tuning, I traversi con la Fiat coupé turbo sono ancora impressi sul territorio territorio, ho avuto pure una Panda 900 portata a 1000, con cui ho girato l'Italia dal periodo di The voice e per tutto il tour estivo. Insomma, per coltivare il mio lato bambino, ho bisogno di un po’ di ignoranza con i motori.
È il momento di salutarci, ma non ci hai ancora detto qual è il tuo sogno nel cassetto.
Di riuscire a vivere della mia musica a 360 gradi.