Continua ad allenarsi, a salire sul kart, a parlare di obiettivi. Ma l’Andrea Iannone che abbiamo visto in questi mesi, dalla sentenza del novembre scorso che lo ha condannato a quattro anni di squalifica, è sostanzialmente diverso dal pilota che abbiamo imparato a conoscere. Lui ne parla spesso, dallo striscione appeso a Roma “Giustizia per Andrea Iannone” alle nuove regole della WADA per gli atleti positivi a sostanze stupefacenti.
“Sono sereno - ha scritto su Instagram - chi ha la coscienza pulita può sentirsi arrabbiato e anche demoralizzato ma non dovrà perdere mai la serenità. Confesso che ho vissuto un momento di tristezza assoluta ma mi è servito per trovare la forza che mi ha permesso di trasformare il ragazzo che amava la velocità di Vasto in un pilota professionista”.
Poi, tra chi gli chiede quale sia il difetto che ama di più di sé stesso (l’irriverenza) e chi domanda cosa lo fa impazzire in una donna (la sensibilità), Andrea parla anche di un possibile ritorno al mondo delle corse: “Non ho mollato con la MotoGP - ha scritto il pilota abruzzese - Quando verrà il momento ne parlerò”.
Il suo ritorno nel paddock quindi, probabilmente in veste manageriale, non è così lontano come lascerebbe intendere la sentenza della WADA. D’altronde Andrea ha sempre avuto un buon rapporto con gli sponsor, che sanno di poter contare su di un personaggio pubblico oltre che su di un pilota dal talento straordinario. La sua attitudine imprenditoriale - e la passione per le corse - potrebbero fare il resto, magari portandolo, per iniziare, alla gestione di un team in Moto3.