Su tutti i media italiani c’e la faccia di quest’uomo qua. Guardatela bene. Perché questa storia fa capire davvero cosa c'è dietro alla questione migranti, aldilà delle propagande e dei discorsi di parte. Questo qua è il torturatore dei migranti il capo della polizia giudiziaria libico. Si chiama Njeem Osama Almasri. È stato arrestato in Italia ma per un cavillo giudiziario, non essendo stato informato il ministro Carlo Nordio preventivamente, è stato subito messo su un aereo dei servizi ed è rientrato in Libia, accolto come un eroe. Una vicenda molto oscura. Punto primo, su cui pochi si stanno concentrando: questo qua era venuto a vedere Juventus-Milan. Ma vi pare normale? Uno ricercato per crimini contro l'umanità, accusato di oltraggio alla dignità personale, trattamento crudele, tortura, stupro, violenza sessuale e omicidio viene con i suoi documenti tranquillo a vedere Juve-Milan. Sapete cosa vuol dire questa cosa? In gergo si dice che era coperto. Che tra Italia e Libia c'è un accordo per far transitare indisturbati nel nostro Paese personaggi del genere, come ai vecchi tempi di Gheddafi e di Ustica. Solo che qualcosa nel sistema informativo, tra servizi e forze di polizia italiane e non solo, non deve aver funzionato. E si è creato il danno.
Risolto con la cosiddetta REALPOLITIK. Perché è anche per uomini come lui che in Italia non arrivano più i migranti. Triste ma vero. Dietro questa storia ci sono cose che non sapremo mai, alla base di decisioni che hanno riattivato i rapporti commerciali (dal 12 gennaio ITA ha ripreso i voli diretti Fiumicino-Tripoli). Sapete perché Almasri poteva transitare? La risposta è nel cinquanta per cento di migranti in mento. Ma non è che non arrivano i migranti perché adesso stanno bene; non arrivano perché c'è tanto lavoro sporco fatto da uomini come Almasri che la voglia di venire in Italia ai migranti la fanno passare. È una brutta storia perché da una parte vogliamo le città sicure con meno migranti dall'altra dietro ai non arrivi ci sono torture e violenze. E a farne le spese, indovinate un po’, sono sempre gli ultimi. Eppure... eppure basterebbe poco. Vi do un consiglio prezioso: ascoltate cosa dice un giornalista che non fa l'influencer ma che sulla sua pelle vive questi temi, Gabriele Del Grande. Per lui la soluzione e mi trova perfettamente d'accordo è la legalizzazione delle migrazioni. Posto il suo Ted nelle storie. Ascoltatelo. Seguitelo. Ne parlerò ancora e ne parlerò su MOW. Anche se so già cosa mi scriveranno i fenomeni nei commenti dopo aver sentito che sì, appoggio la legalizzazione delle migrazioni. Ma qualcuno – criminalità e chi campa sul business dei migranti – non ci guadagnerebbe più. E questo non piace.