Patrick Facciolo è l'ora di consapevolezza civica che servirebbe a scuola. Laureato in scienze psicologiche, ha lavorato per 11 anni a Radio Italia prima di dedicarsi quasi interamente a insegnare comunicazione efficace e a fare, su Instagram e Tik Tok, quello che senza usare eufemismi è un servizio pubblico: svelare i meccanismi della comunicazione politica. La comunicazione politica, dice, si ripropone uguale da 30 anni, tra fallacie logiche e discorsi male impostati che non servono altro che a stordire gli elettori. C’è il whataboutism spesso utilizzato da Giorgia Meloni, cioè il classico “e allora voi?” in risposta a ogni accusa. Si scarica il peso all’avversario senza in realtà sollevarsi dal misfatto: un’ammissione di colpa in pratica. Ci sono i filler verbali come il “diciamo” usato dalla Meloni. Gli errori di Elly Schlein nel fare un comizio sulla sedia, nel gesticolare e nella ricerca di consenso. La Meloni che si presenta come str*nza a De Luca? È una tecnica che si chiama co-optation, e consiste nell' appropriarsi degli insulti per ribaltarne il significato in senso positivo. È un cavallo di battaglia dello stile comunicativo della Premier, che Facciolo rintraccia anche nei casi dei manifesti elettorali con gli insulti tipo “pesciarola”, oppure nell'intervento al telegiornale in cui ironizzava su Tele Meloni.
Il potere logora chi non ce l'ha, diceva Giulio Andreotti, ma capire il modo in cui il potere viene esercitato, a livello di comunicazione, può aiutare ad alleggerire questo logorio. Anche perché il potere non è soltanto quello diretto, della politica. Facciolo si occupa principalmente di comunicazione, andando a togliere un po' di pulci anche ai discorsi di Fedez. C'è il context collapse, nel caso dello scherzo telefonico ok diretta Twitch a Salvini: anche se una voce fuori campo suggerisce a Fedez di lasciare perdere, lui insiste con lo scherzo, non rendendosi conto del potenziale allargamento del contesto, come poi è avvenuto. Ciò che avviene in una diretta non rimane nella diretta, per parafrasare il detto su Las Vegas, anche se la dimensione dei social inganna chi è coinvolto. Poi l'ossessione di Fedez per Berlusconi: il fatto che abbia chiamato il cane Silvio, come spiega Patrick Facciolo, rivela che in qualche modo c'è una parte inevitabile di berlusconismo, nello stile comunicativo di Fedez. C'è anche lo spazio per fare ironia su Roberto Saviano, il quale spiega la co-optation di Giorgia Meloni allo stesso modo in cui l'ha spiegata Facciolo: sarà plagio? C'è il discorso perfetto di Jannik Sinner dopo la vittoria su Medvedev agli Austrialan Open, ci sono gli errori di Amadeus che lascia la Rai e molti altri argomenti più pop, compresi Geolier, Sgarbi e Morgan, ma sempre spiegati con analisi dettagliate e puntuali dei discorsi e degli stili comunicativi, che Patrick Facciolo mette sotto esame. E non c'è nulla di noioso: perfino Cruciani, a Quarta Repubblica, dopo che Porro ha fatto vedere un video di Facciolo, è costretto ad ammettere che il pubblico è rimasto in totale attenzione per tutta la durata dell'intervento. Tutto sommato, nel marasma verbale di chi la spara più grossa, Patrick Facciolo è una ventata di lucidità. Non è poco.
Per capire chi è Patrick Facciolo e qual è l'importanza del suo lavoro, partiamo da una domanda. Avete mai avuto l'impressione che i politici vi stessero prendendo in giro? Probabilmente sì, ma può anche darsi che i loro comportamenti vi siano sembrati del tutto casuali, spontanei e naturali. Capita a tutti, e non bisogna per forza essere dei creduloni per abboccare a una recita, così come non bisogna per forza essere degli attori sopraffini per essere in grado di convincere un pubblico che dà per scontato che voi non stiate recitando. La vera abilità dei politici, e di chi gli sta intorno, è quella di studiare i meccanismi che regolano il funzionamento della mente umana, in modo da poterla manipolare a proprio vantaggio, esattamente come avviene nel marketing. Uno dei primi principi di funzionamento della mente umana è quello di lavorare in economia, cercando di sprecare la minore quantità di energia possibile. Risparmio energetico, come la batteria dello smartphone, che è anche la condizione necessaria al funzionamento delle sceneggiate elettorali: dubitare di qualcosa comporta un consumo extra di energie mentali. La maniera migliore per non farsi fregare è quella di avere ben chiari i meccanismi di funzionamento del cervello: conoscerli, sapere come funzionano, chi li utilizza e perché. Neuroscienziati e psicologi studiano questi argomenti da tempo, e se al posto dell'ora di religione a scuola ci fosse l'ora di scienze cognitive probabilmente avremmo davvero una vera cittadinanza consapevole, e meno pagliacciate elettorali.