Roberta Bruzzone ha commentato il caso di cronaca di cui non si fa che parlare negli ultimi giorni, ovvero il rapimento di una bambina appena nata da una clinica di Cosenza. La criminologa, ospite della trasmissione Zona Bianca, ha manifestato tutti i suoi dubbi sulla ricostruzione fatta finora di quanto accaduto, della realizzazione del piano folle di Rosa Vespa disposta a tutto pur di diventare madre, persino rapire una neonata fingendo con partenti e conoscenti che fosse figlio suo. Una finzione durate ben nove mesi, e terminato con l’arrivo della polizia nella sua casa per riportare la bimba alla sua vera madre. Una storia con ancora tantissime zone d’ombra da chiarire. Resta ancora da capire come sia possibile che nessuno abbia avuto il sospetto che la donna non era veramente incinta. La piccola Sofia è stata sequestrata da Rosa Vespa il 21 gennaio, alla clinica Sacro Cuore di Cosenza, dopo che per mesi aveva finto di aspettare un maschietto e che, fingendosi un’infermiera, ha portato la bambina a casa sua, vestendola di azzurro e continuando una finzione nel quale era rimasta intrappolata. Fino a che punto avrebbe potuto continuare a spingersi?
Stando alla ricostruzione degli inquirenti la donna avrebbe fatto tutto da sola, ingannando amici e parenti, tanto che anche il marito Acqua Moses Omogo, poi scarcerato, era all’oscuro di tutto. Anche se, la criminologa Roberta Bruzzone ha manifestato le sue perplessità sul fatto che l’uomo davvero non sapesse e non sospettasse nulla: “Questo è il passaggio che a me non torna. Rosa Vespa ha cambiato la bambina in macchina. In più è una bambina caucasica. È assai improbabile che un bambino caucasico possa nascere da una coppia mista. Uno dei due è di colore. Lui, quando l'ha vista, rispetto alle foto che ha ricevuto e osservando il colore della pelle della bambina, possibile che anche in quel frangente non abbia avuto alcun tipo di sentore che ci fosse qualcosa non al suo posto?".