Ci sono i soldi, sempre troppi o troppo pochi. Ci sono piloti impossibili da gestire, egoisti, egocentrici. Ci sono guerre interne, guerre tra squadre, guerre per il mondiale. Problemi che la stampa sviscera e mette in piazza, distribuisce come giornali all'uscita della Metro, e ci sono problemi di cui nessuno saprà mai niente.
La gestione di un team di Formula 1 è complicata e quando le cose iniziano ad andare male, come nell'Alfa Romeo Racing di questi ultimi anni, la complessità raggiunge livelli impensabili.
Si perde, in Formula 1 come altrove, e perdere non piace a nessuno. Ai piloti, che diventano frustrati e intrattabili, alla squadra, ai dirigenti, a sponsor e investitori. Ma chi perde può sempre ritornare a vincere.
Tranne in un caso: chi perde la dignità non vincerà mai niente, e mai più.
Ciò che sta facendo l'Alfa Romeo Racing ad Antonio Giovinazzi in questo finale di stagione va contro ogni scelta di mercato, ogni problema interno e ogni errore. Per settimane intere l'ombra di un sabotaggio ha insospettito tifosi e addetti ai lavori ma pensare a questo, pensare che il suo stesso team stesse cercando di farlo sfigurare per rendere più semplice l'addio a fine stagione, sembrava impossibile.
Troppo, anche per un mondo così. Un mondo veloce e crudele, dove in situazioni come quella dell'Alfa Romeo - o meglio, della Sauber - il denaro conta più del talento.
La guerra è aperta e adesso anche Giovinazzi non può fare altro che ammetterlo: "Fino ad ora non volevo crederci - ha detto nel post gara, in Messico, dove l'ennesima strategia inutile e sbagliata lo ha penalizzato, rovinando la sua bellissima partenza - ma oggi sono veramente deluso".
Deluso da una squadra a cui ha dato tutto, e da cui aspetta ancora una risposta sul proprio futuro anche se, ad oggi, il sedile per il 2022 non potrebbe essere più lontano di così.

Ma la delusione non è solo la sua. Perché il comportamento di questa squadra, e del team principal Frédéric Vasseur, sta deludendo tutti i tifosi. L'Alfa Romeo dovrà sostituire Antonio per un pilota pagante, vincolata dalle difficoltà economiche? Il rammarico c'è, ma le squadre di Formula 1 devono sopravvivere e i compromessi economici a volte costringono a queste scelte.
Qui però parliamo di sabotaggio ingiustificato, di antisportività interna, di cattiveria gratuita nei confronti di un pilota che non fa altro che dare, e che ogni domenica viene deluso.
Perdere è solo perdere. Anche in Formula 1. Ma perdere la dignità non ha paragoni. E non si dimentica.
