Il ritorno alle gare di Andrea Dovizioso, vista anche la scarsa competitività della Yamaha (campione del mondo Fabio Quartararo a parte, un’eccezione piuttosto notevole), non è andato certo come sperato. Per questo il pilota forlivese non vede l’ora che l’incubo finisca, ma comunque non lesina un po’ di ottimismo.
“Rispetto ai precedenti tre gran premi – dice Dovizioso dopo il 14° posto dietro a Valentino Rossi a Portimao – ho fatto dei miglioramenti. ll mio passo gara è migliorato da metà gara. Ho raggiunto una buona velocità”. Una professione di bicchiere mezzo pieno che però si scontra con la realtà della M1 2019 Spec B: “Non è un caso – argomenta il Dovi – che Morbidelli all’inizio dell’anno facesse tanta fatica con questa moto. Non ho un pacchetto competitivo, fortunatamente questa non sarà la moto del prossimo anno. Nei test di Jerez dopo Valencia proverò la base della Yamaha 2022. Non credo che sia ancora definita, proverò delle cose nuove e la base sarà quella”.
Che dire invece del suo futuro compagno di squadra Darryl Binder, squalificato nella gara in Moto3 dopo aver abbattuto Dennis Foggia, compromettendone la battaglia per il mondiale con Pedro Acosta? “Non si dovrebbero vedere queste cose, soprattutto – il parere di Dovizioso - se c’è un pilota che sta lottando per un titolo. Quello che Darryl ha fatto non è stato corretto. Bisogna essere lucidi e dintelligenti”. E sul suo salto in MotoGP, senza passare nemmeno per la Moto2? “È una cosa strana per molti, ma è una decisione del team. Ha buone caratteristiche, ma non so se saranno all'altezza della MotoGP. Molto spesso – fa notare il Dovi – si creano delle aspettative e poi si realizza il contrario”.