Prima del cuore vengono i conti. Prima dell’ecosostenibile viene il sostenibile. E prima della A di Acosta Pedro viene la B di Bajaj Auto. La nuova proprietà di KTM non scherza e la fotografia è chiara: Pierer Mobility AG si prepara a chiamarsi Bajaj Mobility AG, la bandiera resterà arancione, ma la barra che la issa dovrà essere solidissima e drittissima dopo l’iniezione di qualcosa come 800 milioni di Euro per evitare il collasso e garantire futuro a un marchio. Una operazione che costerà, come avevamo già raccontato, sacrifici importanti e che, ora è anche ufficiale, mette seriamente a rischio l’impegno di KTM in MotoGP. La strategia di dismissione avviata negli ultimi mesi — vendita di MV Agusta, abbandono della distribuzione CFMOTO, cessione della KTM Sportcar e lo stop alla produzione di biciclette elettriche con i marchi di GasGas e Husquarna — ha fatto segnare solo un inizio. Tanto che il CEO, Neumeister parla di semplificazione e di ritorno alla sostanza della storia motociclistica: KTM, GasGas e Husqvarna. Anche il marchio FELT, che produceva bici elettriche, è stato ceduto e adesso c’è da affrontare seriamente la questione MotoGP.
Si parla di circa 60 milioni l’anno per tenere in pista le RC16: una cifra che, in un’epoca di razionalizzazione forzata, diventa scomoda. Bajaj non sembra intenzionata a firmare assegni in bianco per una divisione sportiva che non ha dato ritorni convincenti. Dopo una stagione 2025 deludente, la richiesta è quella di trovare partner che pensino alle spese. Se non si troveranno, allora KTM dovrà dire addio al Motomondiale dal 2027, restando nel racing solo in quelle discipline che hanno costi più contenuti. Ecco perché Pit Beirer e tutti quelli che si sono occupati fino ad oggi della MotoGP si stanno riunendo in continuazione nelle ultime ore per provare a pianificare una strategia aggressiva di “reclutamento sponsor”. Sembra infatti, che le richieste economiche di KTM siano state troppo alte in passato sedurre davvero degli investitori.
Solo che, oltre a richieste non esagerate, servirebbero i risultati. Che non sono arrivati nel 2025 e che, invece, dovranno per forza di cose arrivare nel 2026. KTM non vince una gara su asfalto asciutto da più di quattro anni e anche i recenti test a Valencia non sembrano aver lasciato i piloti particolarmente entusiasti. “Abbiamo passato quasi tutta la giornata a provare nuove soluzioni e qualcuna di queste ha reso la moto più completa che è esattamente ciò che ci serve in questo momento – ha detto Pedro Acosta prima di gelare tutti - Il problema della RC16 è però quello di essere molto forte in alcune aree, ma di avere dei punti deboli che sono davvero troppo deboli. In questi test non c’è stata una novità in grado di farmi dire che se corressimo domani la utilizzerei subito, visto che va ancora sviluppato il tutto e servono più dati prima di poter portare qualcosa di nuovo in un weekend di gara”. Per sviluppare, però servono risorse e chi ce le mette se Bajaj ha già fatto sapere di non voler tirare fuori un Euro in più di tutti quelli che ha già sborsato?
E’, inutile negarlo, una situazione di totale stallo, anche se Pit Beirer e gli altri sembrano voler ostentare una certa sicurezza, probabilmente più per non dare l’impressione di una nave alla deriva che per effettive garanzie avute. Dorna, di sicuro, ha dato una mano nella passata stagione, quando Carmelo Ezpeleta, parlando di contratti che devono essere rispettati, ha di fatto congelato il trasferimento anticipato di Pedro Acosta, consentendo così a KTM di poter avere ancora – almeno – il suo pilota di punta. Ma alla fine del 2026 scadrà anche il contratto di Pedro Acosta e non è pensabile, in questo scenario, che il campioncino spagnolo non vorrà andare via. Sarebbe, per KTM, una sorta di colpo di grazia anche dal punto di vista mediatico e del marketing. Ecco perché il tempo per trovare investitori sta già finendo: servono disponibilità importanti subito, per presentarsi già ai prossimi test invernali con una RC-16 realmente capace di giocarsela con Ducati e Aprilia. Altrimenti il 2026 sarà per KTM un lungo anno d’addio.