Lewis Hamilton, fin dagli inizi della sua carriera, non si è mai considerato un fan del simulatore, preferendo l'esperienza in pista alla replica tecnologica dei computer di ultima generazione. Negli ultimi anni di dominio assoluto in Mercedes poi, neanche a dirlo, al campionissimo non è servito avvalersi dell'aiuto del simulatore per riuscire a ottenere i migliori risultati durante i Gran Premi.
Un'esperienza decennale in pista e un enorme talento innato sono sempre bastati a Sir Lewis per emergere, dandogli così la possibilità di "snobbare" esercizi invece fondamentali per altri piloti.
In un'intervista risalente al 2015 Hamilton aveva detto "In questa stagione non ho guidato al simulatore. L’altro giorno ho fatto un paio di giri ma solo per lavorare su un concept del pedale. Non mi piace davvero molto guidare al simulatore, preferisco l’esperienza reale”.
Qualcosa però, quest'anno, sembra essere cambiato. La Mercedes non più così nettamente superiore alle altre monoposto, Max Verstappen che guida il campionato guadagnando punti di gara in gara, e il trono di Hamilton che inizia a tremare, nella concreta possibilità che quest'anno - dopo stagioni di supremazia - qualcuno possa cercare di rubarglielo.
Saranno state tutte queste motivazioni insieme, o forse semplicemente il bisogno di ritrovare la confidenza di un tempo con la sua monoposto, a spingere il sette volte campione del mondo a tornare sul simulatore per allenarsi in vista della seconda gara al Red Bull Ring.
Nel tempio d'Austria, dove Red Bull non aveva mai vinto, Max domenica scorsa ha collezionato un 1-0 su Hamilton, e il britannico sembra intenzionato a spostare il risultato sul pareggio, vincendo in questo secondo round austriaco e guadagnando punti in ottica campionato.
Per farlo è dovuto ricorrere anche al tanto odiato simulatore, come testimonia una sua storia pubblicata su Instagram. Un avvertimento per Max? Lo scopriremo questo weekend.