I primi squilli del mercato di riparazione hanno visto l’egemonia del Milan colonizzare gli acquisti di gennaio, ma spesso riserva anche delle piacevoli sorprese che non ti aspetteresti mai. Dopo l’arrivo di Mandzukic, un altro figlio dell’est è pronto ad atterrare in Italia, questa volta a Firenze. Si tratta dell’attaccante Aleksandr Kokorin, ex astro nascente del calcio finito ai margini per il suo temperamento folle. Già corteggiato dalla Fiorentina in passato, lo “Stivale” è sempre stato nell’orbita dell’attaccante nato a Mosca. L’avventura con la palla tra i piedi per il classe 1991 è paragonabile ad una montagna, appunto russa, di emozioni che lo ha prima consacrato come stella con l’esordio a soli vent’anni nella Nazionale di Fabio Capello. Nel 2014, però, la prima, delle tante, avventure extracalcistiche che lo spediranno, a più riprese, nell’oblio dei grandi esclusi.
Sui tabloid russi vengono infatti pubblicate foto hot che lo ritraggono ubriaco con due spogliarelliste in uno strip club. Niente di male, verrebbe da dire, peccato che Aleksandr Kokorin in quel momento è conteso tra i più grandi club d’Europa, dall’Arsenal alla Roma, ben consigliata da “Don” Fabio. Non un bellissimo biglietto da visita, ecco. “Bieber”, questo il suo soprannome per la notevole somiglianza con la popstar americana, finirà così allo Zenit e guarda un po’ chi trova? Altre due conoscenze della serie A, Luciano Spalletti e Roberto Mancini. Lo stesso Ct della Nazionale lo ha incoronato commentando così l’arrivo in maglia viola: “E’ un campione, uno da Real Madrid. Può giocare ovunque”.
Tante aspettative quindi per uno che se non fosse caduto in tentazione ripetutamente, poteva davvero ambire ad una carriera da top. Il periodo a San Pietroburgo sarà costellato di follie insieme al suo compagno Pavel Mamaev, un’altra persona tranquillissima e devota al mantra casa-calcio-casa. Subito dopo l’eliminazione agli Europei, i due sono stati pizzicati, ubriachi, in una discoteca di Montecarlo dove hanno speso più di 250mila euro in champagne. Quando si dice bere per dimenticare, i due possono solo insegnare. Le avventure dei nostri Mimì(ev) & Kokò(rin) non finiscono qua. Tralasciando la storia su Instagram dove Kokorin spara in aria con una pistola e quella dell’esclusione dalla Nazionale per aver preso in giro i baffi del ct russo Cherchesov, nel 2018 furono entrambi condannati ad un anno e sei mesi di carcere per aver picchiato prima un autista e poi un funzionario politico in un bar. E in Russia non scherzano, la galera l’hanno fatta davvero, anche se considerata la detenzione preventiva, scontarono da maggio 2019 a settembre dello stesso anno. Il talento però non si smarrisce, puoi perdere la testa o la condizione fisica, ma se a calcio ci sai giocare, ci sai giocare, punto. E infatti Kokorin, girato in prestito al Sochi dopo più di un anno di inattività anche per una rottura del crociato, segnerà sette gol in dieci presenze che lo proietteranno ad inizio 2020 nell’altra sponda di Mosca, allo Spartak.
Dopo mezza stagione, l’ultimo treno chiamato Fiorentina, the Last Call, per provare a rinascere insieme ad una società in crisi. “Mi servirà un mese di ambientamento, poi inizierò a segnare” queste le sue prime parole da gigliato. Toccare il cielo con un dito e precipitare nell’anonimato, rinascere e toccare nuovamente il fondo, questo è Aleksandr Kokorin. Perché il bad boy non è un Mario Balotelli che non si presenta all’allenamento, un Pablo Osvaldo che non vuole entrare in campo dalla panchina o un Suarez di turno che morde gli avversari. E in un calcio sempre più patinato, Aleksandr Kokorin è proprio l’(Anti)eroe di cui abbiamo bisogno.