Alex Schwazer assolto dall'accusa di doping “per non aver commesso il fatto”. Ilo ha stabilito il Gip del tribunale di Bolzano, Walter Pelino, che ha disposto l'archiviazione del processo nei confronti del marciatore altoatesino che nel 2016 era risultato positivo a un controllo a sorpresa incorrendo in una squalifica di 8 anni. Una sentenza di fine carriera certa.
Eppure, oggi la svolta: il giudice ha motivato la sentenza sottolineando che “la catena di custodia dei reperti in perizia è di fatto del tutto evanescente” e ha evidenziato che a causa delle lacune nell'operato di Wada e Iaaf “la manipolazione sarebbe potuta avvenire in qualunque momento".
Sandro Donati, il medico anti-doping che da anni è al fianco di Schwazer, si è sfogato: “A parte Giovanni Malagò che ha cercato di dare una mano, per il resto silenzio più totale dal resto del mondo sportivo: sono stati 5 anni di battaglia durissima, e solo negli ultimi anni la Federatletica aveva assunto una posizione più distaccata, forse capendo che l’accusa era indifendibile” ha spiegato, aggiungendo che in questo momento “provo amarezza per aver condotto questa battaglia in solitudine. Ora è il momento che gli altri facciano le riflessioni del caso. Cosa diranno adesso? E cosa possiamo fare perché queste cose non accadano più? Anch’io in qualche modo sono stato incastrato: passato per fesso o complice, e non sono né l’uno né l’altro. Ora anch’io dico grazie a questo giudice coraggioso. Ringrazio anche chi mi ha dato fiducia nei momenti più bui, ma anche coloro che si sono associati ai dopati di professione e mi hanno attaccato perché io li ho combattuti a lungo”.
Una storia lunga e intricata, che dopo questa sentenza potrebbe concludersi come merita, e cioè con il ritorno alle gare dell’altoatesino: “Ho parlato con Alex ed era emozionato. Si sta allenando, è molto costante. L'ho tenuto a un livello non molto elevato ma in una condizione tale che, se dovesse arrivare giustizia pure in ambito sportivo, senz'altro potrebbe essere pronto per i Giochi di Tokyo".