“Vorrei che il mio rapporto con Marquez restasse esattamente com’è oggi”. Parole, quelle pronunciate da Valentino Rossi a Catalunya Radio, che non lasciano scampo ad interpretazioni. Tra Portimaõ e Valencia abbiamo visto Rossi e Stoner scambiarsi complimenti e caschi come vecchi amici, all’ultima gara Jorge Lorenzo ha tributato il rivale descrivendolo come “La leggenda più grande della MotoGP”, Max Biaggi ha invitato Rossi a bere un bicchiere di vino assieme. Tutte manifestazioni di affetto che Valentino ha accolto più o meno felicemente. Ma, già dalla lunga intervista rilasciata a Guido Meda a Misano, né lui né tantomeno i suoi genitori (Graziano e Stefania) hanno mai citato Marc Marquez. Non viene nominato, non se ne parla. Nemmeno ora che il fuoriclasse di Cervera è nel suo momento più buio, costretto a casa a fare i conti con la diplopia dopo aver affrontato l’infortunio al braccio per un anno e mezzo. D’altronde il decimo titolo mancato, al momento del ritiro, pesa più del solito perché negato per sempre, dopo quel 2015 di cui si parlerà a lungo nel mondo del motociclismo. Era, possiamo dirlo adesso con certezza, l’ultima occasione per Valentino di vincerlo, dopo averne perso uno (sempre a Valencia) nel 2006.
La pace tra i due, forse, potrà proporsi solo quando anche Marc Marquez avrà rinunciato a correre, anche lui inseguendo quel decimo titolo mondiale che manca a entrambi, record assoluto nella MotoGP moderna. Se Marc dovesse arrivare a cifra tonda, probabilmente la pace non ci sarà mai. Di certo non la vedremo finché Valentino Rossi continuerà a sentirsi un pilota, di moto o auto che sia.