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Sebastian Vettel: reprimenda per la maglietta LGBT. Lui: "Non mi interessa, lo rifarei!"

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

1 agosto 2021

Sebastian Vettel: reprimenda per la maglietta LGBT. Lui: "Non mi interessa, lo rifarei!"
Sebastian Vettel torna sul podio di Formula 1 con un bellissimo secondo posto in Ungheria ma un'ombra rovina la sua domenica: il quattro volte campione del mondo è stato convocato dagli steward per non aver rispettato le procedure pre gara. La colpa? Aver indossato una maglietta LGBTQ+

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, oggi sul podio del GP di Ungheria con un bellissimo secondo posto, è stato convocato dagli steward per testimoniare in merito a delle procedure pre-gara non rispettate. Con lui anche Carlos Sainz, Valtteri Bottas e Lance Stroll. Nel documento si faceva riferimento a simboli legati al movimento We Race As One e/o ad iniziative prese in modo autonomo nel corso della cerimonia pre-gara, dove è stato intonato l'inno nazionale ungherese. 

Sebastian Vettel si è infatti presentato alla cerimonia indossando, sopra la tuta Aston Martin, una maglietta arcobalento che riporta la scritta "same love", simboli che fanno riferimento alla comunità gay e che sono in netto contrasto con le politiche anti-LGBT di Orban. 

Il pilota è stato punito, insieme a Sainz, Stroll e Bottas, con una reprimenda ufficiale. 

Vettel, ai microfoni di Sky Sport, aveva precedentemente dichiarato: "Non ho rispettato le misure pre-gara. Ho tenuto la maglietta arcobaleno mentre c'era l'inno a sostegno delle persone che soffrono. C'è chi fa leggi che compromettono la crescita dei bambini invece di proteggerli. Mi possono squalificare!". 

Dichiarazioni molto simili a quelle riportate da Autosport: "Ho sentito che è perché ho lasciato una maglietta per l'inno nazionale... Possono farmi quello che vogliono, non mi interessa. Lo rifarei."

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