Onlyfans, il colosso made in USA, più grosso del mondo per la vendita di contenuti esclusivi digitali è ormai una realtà forte e consolidata. Ma come tutte le grandi aziende è dispersiva e tutela pochissimo i creator che ci lavorano. Abbiamo fatto due chiacchiere con Gaia on Top, una delle italiane più famose tra le sex worker digital che ha raccontato di come secondo lei la parola chiave per sopravvivere in giungle del genere sia solo una: diversificare. E in merito ha le idee piuttosto chiare.
Gaia so che sei una delle pochissime creator nella categoria “milf”...
“Diciamo che sul mercato italiano sono tra le top creator di questa categoria, anche per quello che faccio che è abbastanza estremo”.
Credi che Onlyfans sia esclusivamente ad uso dell'intrattenimento hard?
“Per l'Italia purtroppo sì, è riconosciuta solo come una piattaforma legata alla pornografia. All'estero no, è una possibilità per tutti i creator indipendentemente dal sesso. E se vuoi iniziare con Of devi avere un'importante base di follower su altri social, sennò è veramente difficile. Anzi impossibile”.
Ma hai lanciato un'alternativa a Of…
“Non esattamente, in realtà ho semplicemente deciso di creare un mio sito web, indipendente, a mio nome, gaiaontop.com, una sorta di piano b che si stacchi da queste enormi realtà che di fatto non tutelano nessuno. Il tutto è nato perché conoscendo un'altra coppia di creator, noti soprattutto sul mercato americano, ho riscontrato che avevano le stesse problematiche che avevo io. Abbiamo unito le forze ed è nato ‘Topcreatorx’, una realtà per riuscire a replicare per altri quello che ho costruito per me stessa”.
Di che problematiche parli?
“Ad esempio quello della libertà, anche da punto di vista della creatività. Su Of non puoi vendere tutto quello che ti viene richiesto, cose estreme come ad esempio ‘pissing’ e ‘fisting’ vengono censurate dalla piattaforma anche a livello di singola parola. Non c'è libertà di espressione insomma, nemmeno nella sessualità. Inoltre la percentuale che trattiene l'azienda è davvero troppo alta, che è il venti per cento, e il costo di un singolo contenuto o dell'abbonamento varia da stato a stato. Gli italiani ad esempio pagano sempre il 22% in più di iva. E un altro problema è poi che sulla piattaforma ormai c'è troppa dispersione: una volta gli utenti si iscrivevano per quella singola creator e i guadagni erano effettivamente alti perché erano fidelizzati a te, ora seguono più personaggi e quindi la remunerazione va ipoteticamente divisa tra gli altri profili”.
Tu come hai iniziato?
“Io ho iniziato con Pornhub, all'interno di un programma che si chiamava modelhub e funzionava esattamente come Of: avevo i miei fans che si iscrivevano, vedevano dei contenuti esclusivi e mi retribuivano per quello.
Quando Pornhub ha deciso di chiudere questo servizio noi creator siamo rimasti tutti senza lavoro. A quel punto mi è risultato chiaro che essere così dipendente da una realtà che senza rendere conto di nulla ti può mettere così in difficoltà è un grosso problema”.
Onlyfans ti ha dato o ti dà le stesse incertezze?
“Assolutamente, stessa cosa Onlyfans che qualche tempo fa aveva proposto di togliere il porno dalla piattaforma, salvo poi tornare subito sui propri passi visto che è da lì che arriva il grosso del fatturato. Ma il punto resta, c'è troppa incertezza, troppa poca tutela nei nostri confronti, nessun indennizzo in caso di chiusura del sito. Avere un piano b, lo ripeto, è fondamentale. Il rischio è che tutto il lavoro e l'investimento che hai fatto vada perso”.
E una piattaforma personale come quella che proponi tu agli altri creatori di contenuti?
“Sicura sotto tutti i punti di vista. Il costo dei contenuti lo decidi tu, i soldi arrivano direttamente su paypal, non hai il problema della percentuale alla piattaforma, è più facilmente indicizzabile su google. La user experience sullo stesso OF è molto difficile. L'indipendenza deve essere un obiettivo. Dal punto di vista dell'utente il prezzo che paga è quello che vede, non ci sono maggiorazioni di nessun tipo. Puoi inoltre decidere se mettere i contenuti in ppv come onlyfans o ad abbonamento mensile o settimanale. Insomma più trasparente, e siamo tutti tutelati”.
Qual è l'obiettivo finale del progetto?
“Siamo in quattro persone a occuparcene, e il nostro scopo è di riuscire a dare maggiore indipendenza ai sex creator. Le parole chiavi sono: decentralizzazione, libertà di parola ed espressione, riprendere il possesso delle nostre community e rendere il tutto meno dispersivo”.