Il momento più alto. Riserva Marianelli, spiaggia puppo chic nudista battuage scambista ma anche etero bisex lbgtq+ e onde coglio coglio. Mi sentivo Poseidone che esce dalle acque quando sento, distintamente, (in dialetto siculo) “MA U VIDISTI A BABBO NATALE CCA MINCHIA I FORA?”
Antefatto
È domenica, sono a casa nelle campagne tra Noto e Rosolini, ci sono 46 gradi e le penne Bic mi si stanno sciogliendo nel taschino della camicia. Computer e iphone mi hanno appena sfanculato e sono entrambi nel frigo. Penso (mai pensare, col caldo): non sarebbe ora di fare quel reportage dalla spiaggia nudista di Marianelli, incastrata tra Lido di Noto e Vendicari, lanciata anni fa come spiaggia puppo-nudista-battuage e poi evolutasi anche verso altri lidi genitali? Non sarebbe ora di esplorare le differenza tra i puppi barocchi e i puppi minimalisti? Erano le 15, non era l’ora. Eppure l’ho fatto.
Breve nota storica: i puppi nel noticiano
Precisiamo che qui la parola “puppo” è politicamente corretta. Tanto che i due meravigliosi rappresentanti storici dell’arcigay catanese, il “maestro” Giovanni Calogero e la “regina” Dario De Felice, scelsero come mascotte del Gay Pride catanese l’adorabile peluche di un polpo chiamato “Pippo il Puppo”. Perché a un certo punto i puppi del nord si siano avvalangati in questo paesino eccessivamente barocco? Boh. I puppi sono fatti così. Lo hanno fatto con Ravello, lo hanno fatto con Taormina, adesso è il turno di Noto. Sicuramente ha influito questo barocco molto carico in controtendenza al barocco dell’isola, che essendo post-terremoto del 1693 è solitamente un tardo barocco con inserti neoclassici che lo rendono unico. Noto invece pare virare verso il rococò. Diciamo che quello di Noto è un barocco drag. Ma torniamo alle cose serie.
Iniziamo bene
Mi viene a prendere Salvo. Ho ancora i postumi di una frattura al piede, all’osso cuboide. Mi hanno spiegato che è un osso che non si rompe mai nessuno. Io ce l’ho fatta. Ancora non guido.Partiamo.Dopo un frontale, il furgoncino della ditta familiare di Salvo ha l’aria condizionata che non funziona. Sulle fiancate, tra le altre cose, c’è scritto POMPE SOMMERSE PER SOLLEVAMENTO ACQUE. Sto andando in una spiaggia nudista-scambista-battuage con la scritta POMPE SOMMERSE.
La strada
Nel tremolare dell’afa attraversiamo campagne. Lo scenario è tra il rurale hard e il postapocalittico climatico. Sbagliamo un paio di strade. Una pecora ci guarda basita. Poi chiediamo informazioni:
“Per la spiaggia nudista?”.
“Dovete seguire le balle”.
“Prego?”.
“Le balle di fieno. Appena vedete le balle di fieno stoccate”.
“Stoccate cosa?”
“Stoccate a destra” (in siculo “voltare, girare, curvare, si dice “stoccare”).
“Ah ecco”.
Il parcheggio
Il parcheggio è molto lontano dal mare. Il cassiere del parcheggio vende anche limoni…“Sono 3,50 euro, ma poi dovete pagare l’ingresso, che sono altri 3,50 euro a testa, ma li potete pagare solo col POS”. Me lo annoto. Devo assolutamente notificarlo a Selvaggia Lucarelli che appena vede un POS inizia a ballare da sola. Mi chiedo: ma i nudisti il POS dove lo tengono? Penso anche a dove potrebbero fare la strisciata e rabbrividisco. Poi penso: adesso la strisciata non la fanno più. Si infila. Quelli moderni si appoggiano soltanto.
Continuiamo bene.
“Quanto c’è da camminare prima di arrivare in spiaggia?”
“Un chilometro e duecento metri fino al botteghino, poi un altro po’”.
“Ma a me fa ancora male il piede”.
“Scusi, ma a me che me ne fotte?”.
Non fa una piega.
Il botteghino
Dopo avere percorso il chilometro e duecento metri con 47 gradi, trasportando una sedia da regista (io vado a mare solo con la sedia da regista), un ombrellone, una bottiglia d’acqua e una di vodka (caldissima e no, non ho una borsa frigo, di solito i reportage li faccio da luoghi dotati di ogni comfort) arriviamo a un cancello oltre il quale sta il botteghino col POS. Sul cancello campeggia un cartello con una scritta “RISERVA MARIANELLI. DIVIETO DI CACCIA”. Non si possono cacciare uccelli. Strano.
“Quanti siete? Dove andate?”
“Un fiorino!”
“Eh?”
“No, dicevo, quanto viene?”
“Tre euro e cinquanta, avete il POS? Alle 19,50 bisogna essere fuori, altrimenti c’è la multa”.
Mi viene in mente Umberto Eco quando diceva: dove c’è un divieto significa che quella cosa la fanno. Uh se la fanno.
Passiamo il botteghino e ci incamminiamo per quell’altro mezzo chilometro che rimane.
Incontriamo famiglie, coppie etero, pochi puppi, saluto qualche amica e qualche amico.
Mi guardano strano: non sono mai venuto qui a Marianelli. Immagino si interroghino sui miei orientamenti sessuali e trovo la cosa molto politicamente scorretta.
La spiaggia
Piselli, molti piselli. Qualche cozza. Ci sono anche patate. Mi vengono in mente ricette culinarie. La spiaggia è bella e selvaggia, lunga circa un chilometro, incastonata tra due promontori che ne impediscono l’accesso dalle altre spiagge. Una “cala”, come si dice. È proprio selvaggia scavallata pazza. Dà proprio quel senso di ecogreen, sapete? Ci sono coppie e singoli e comitive in costume da bagno (si dice “tessili”, in gergo) e scambisti, arrapati, semplici naturisti, esibizionisti, scappati di casa, ma anche semplici famigliole nude compresa la nonna.
Quattro giovani fanciulle milanesi nude (oh, maggiorenni!) mi fanno pensare alle ninfe greche. Poi passa un anziano con la cicatrice della protesi all’anca (che, per inciso, ho anche io), col culo floscio (direbbe la Minetti) e una lumaca disidrata che ha deciso di impiccarsi al centro del pube. Mi passa la sensazione arcadica pagana deistica greca.
Inizio a mappare la zona manco fossi un’agente segreto che cerca le vie di fuga. Sulla sinistra molti tessili e bagnanti vogliosi di spiaggia incontaminata e di new economy e di Pnrr. Sono questi che, ligi ai doveri burocratici amministrativi in vigore presso la società civile, iniziano a sciamare via intorno alle 18 in nome della legalità.
Sulla destra invece sono più appanterati aggressivi, è un fiorire di ciolle e tette sballonzolanti. Stanno bene attenti a non immergersi oltre i tre quarti della coscia mettendo in mostra peni che galleggiando sembrano materassini per puffi, o per elfi, e passere che sembrano POS.
Le coppie immagino scambiste (poi che ne so) sono un po’ frastornate. Si inoltrano nelle acque basse con la camminata un po’ zombesca (tutti camminiamo un po’ zombeschi, in acqua, soprattutto da nudi, arranchiamo). Forse si chiedono: come si distingue il puppo puppo dal puppo bisex? Probabilmente bisognerebbe domandare ma forse si vergognano. Non saprei. Ci sono coppie che vogliono scambiare che cercano altre coppie che vogliono scambiare? E’ abbastanza evidente che in alcuni casi lo scambio sarà una mezza truffa. Ce l’ho, ce l’ho, non ce l’ho. Gli scudetti sono tutti depilati.
Ci sono anche single. Mi chiedo: cosa si scambia con un singolo? Si va di threesome? Di quattrosome? Con questo caldo io già fatico a fare i conti, come fanno quelli a pensare addirittura ai “some”?
Sono eroi.
Quattro ragazzi si allontanano dalla riva appollaiati a un materassino. Ecco, quelli sono puppi smart. Immagino vogliano accoppiarsi (accoppiarsi al quadrato, essendo in quattro) a mollo. L’acqua è un brodo, non ci dovrebbero essere effetti “tartaruga spaventata” e neanche l’effetto “scusa col caldo mi si è sciolto il calippo”.
Il tramonto dei piselli viventi
Sono già le 19,30. Iniziamo a recuperare le nostre cose. C’è una mezzoretta di strada da fare al ritorno (sono ancora mezzo zoppo e zoppico piano) e alle 19,50 dobbiamo uscire se no ci multano (immagino col POS, oppure, che ne so, ti legano a un albero con le manette di peluche e ti danno le frustatine, oppure ti si fanno la moglie e tu sei contento, non saprei – “si può dire “ti si fanno la moglie” o mi tolgono la striscia quotidiana?).
È sulla zona destra vedo che inizia il movimento, la movida, il battuage. Dove l’acqua e bassa si formano gruppetti, capannelli, preammucchiate. Sia omo che lesbo che etero che bisex che lgbtq+ che architetti e designer. Si ci sono molti architetti e designer che da Milano vengono a passare le vacanze puppo chic a Noto, e che immagino confabulino di ristrutturazioni e masserie e stalle. Non puoi fare un passo che pesti un architetto o un designer.
Quale è la differenza tra un puppo milanese-minimalista e un puppo siculo-barocco? I primi si depilano, i secondi si acconciano. In ogni caso la spiaggia di Marianelli è uno dei pochi posti al mondo dove anche i minimalisti rinnegano il detto “less is more”. “Less is more ‘sta minchia” dicono per la precisione.
Non sembrano proprio che stiano per andarsene. Se ne stracatafottono della muta. È evidente. A qualcuno piace dry, così ci sono “some” che iniziano a inoltrarsi nelle dune, fra la macchia mediterranea. Io penso alla sabbia e mi metto le mani nei capelli.
Suppongo che il tipo al botteghino, minacciando la multa dopo le 19,50 (perché non le 20 è un mistero che resterà tale), ci abbia avvertito, in codice non tessile, che è proprio dopo quell’orario che inizia la festa.
Mi immagino anche pattuglioni di vigilantes in stile Village People che piombano col megafono in spiaggia e che tutti si mettano a urlare: “Mi multi! Mi multi! Multi me! Sono stat* un* bambin* cattiv*!”.
Non bisogna immaginare, col caldo.
Ci lasciamo alle spalle qualunque cosa stia per succedere. Tanto chi ha voglia di venirci sa già di cosa si tratta.
Arriviamo al parcheggio.
Alcuni tizi stanno guardando con interesse l’immenso adesivo POMPE SOMMERSE.
Ci guardano.
Li guardo.
Le cicale friniscono.
Puro Sergio Leone style.
Io sparo per primo e dico: “Domenica siamo chiusi”.
Saliamo sul furgone e ho solo voglia di una birra ghiacciata in un bar di un benzinaio.
Nota a margine: si consiglia l' accesso che si trova in prossimità delle case Marianelli: lungo la statale che da Noto va verso Pachino all'altezza del km 10, seguendo a sinistra i cartelli posizionati dopo l'ingresso della villa romana del Tellaro, l'auto imbocca uno sterrato, che termina con un parcheggio.